Arriva dall’Olanda, patria indiscussa delle due ruote, l’ultima frontiera in fatto di piste ciclabili. Nel paese dei tulipani, dove ogni anno gli olandesi percorrono in bici 14 miliardi di chilometri (avete letto bene: 14 miliardi), per una media di circa 900 km l’anno per ogni abitante, c’è un Comune

che vuole spostare ancora più in là la frontiera dell’eccellenza. Il Comune si chiama Wageningen, grosso modo al centro dell’Olanda, 37mila anime e sede di una delle più prestigiose Università del Paese, specializzata negli studi di Agraria. Ebbene, l’amministrazione locale ha deciso di avviare la sperimentazione per realizzare un tratto di pista ciclabile riscaldata lungo 50 metri. Tutto merito del particolare tipo di asfalto, che non si avvale di alcun marchingegno elettrico: il riscaldamento avviene in modo del tutto naturale, grazie all’assorbimento, all’accumulo e quindi al rilascio di energia solare, che si trasforma in calore.

Direte voi: e qual è il vantaggio della pista ciclabile riscaldata? Al quesito rispondono gli esperti. Primo vantaggio: non gelano mai, il che da quelle parti accade non di rado nei mesi invernali. E questo aumenta la sicurezza dei ciclisti (per avere un’idea di come la bici sia il mezzo di trasporto per eccellenza, basti sapere che in Olanda ci sono circa 32mila chilometri di piste ciclabili contro appena 2.300 km di autostrade). Oltretutto, si risparmierebbe in spargimento di sale e in manutenzione (spesso il ghiaccio, il gelo, è causa di fratture dell’asfalto). E sarebbe un incentivo per gli olandesi a usare ancor di più la bicicletta anche in condizioni atmosferiche non ottimali. Se la sperimentazione sui 50 metri dovesse dare buoni risultati, il progetto sarà ovviamente ampliato.

Ma non è tutto. Lo stesso Comune entro il 2014 completerà il percorso “Glow in the dark”, brilla nel buio: in pratica, un altro tipo di asfalto, questa volta “luminoso” che nelle ore di buio “disegnerà” letteralmente la pista ciclabile (in Olanda già esistono altri percorsi del genere). Anche in questo caso, solo un processo naturale, a impatto zero: quel particolare asfalto cattura l’energia solare e poi la rilascia in forma luminosa nelle ore notturne. Fantascienza? O corretti investimenti, magari da imitare, per un futuro più sostenibile?

di Redazione Thiene on line

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