Dagli inizi di ottobre, lo sportello per le persone gay, lesbo, bisexual, trasgender “over 60” è  aperto. L’iniziativa è stata realizzata dal Comune di Torino, da sempre attento ai bisogni degli anziani. Due anni di sperimentazione e formazione condotte insieme da “Lambdaterzaetà” e dalla Fondazione Sandro Penna, poi le quattro attività principali sono venute fuori da sole: la compagnia a casa di chi ne ha bisogno, il sostegno a chi si vuole interrogare sul suo testamento (attraverso l’aiuto di un notaio) ma anche una mano a chi sente il bisogno di essere avviato verso professionisti in grado di capirlo, infine le attività ricreative e la collaborazione con i servizi che dovranno occuparsi anche di loro.

 

Una notizia che sta facendo il giro del web e con l’opinione pubblica divisa in due, tra chi giudica ‘trasgressivo’ uno sportello che c’è invece, chi definisce ‘moderno’ e rispondente ai tempi moderni, in cui cercano di farsi strada i diritti di chi possiede una sessualità ‘diversa’.
Lo sportello è il primo in Italia: “Ci basiamo sul fatto che a Torino ci sono tra le 14 mila e le 28 mila persone glbt (sigla che sta per gay, lesbo, bisexual, trasgender) over 60, e che tra questi almeno 7 mila vivono da soli.

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