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Malattie renali, per la diagnosi un aiuto dalle cellule staminali

Brevettato dai ricercatori dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze un nuovo metodo per migliorare la diagnosi delle malattie renali grazie alle cellule staminali. La procedura, spiegano i ricercatori, utilizza i progenitori renali delle urine dei bambini con malattie renali su base genetica per arrivare a un ‘modello personalizzato di malattia’. Lo studio è stato pubblicato sul ‘Journal of the American Society of Nephrology’.

 

Partito oltre tre anni fa e portato avanti grazie ai fondi di Regione Toscana, lo studio permette di perfezionare la diagnosi anche quando l’analisi genetica del sangue da sola non conduca
alle cause, spesso complesse, della malattia renale. «Abbiamo purificato e amplificato i progenitori renali dalle urine di ogni singolo bambino malato» spiega Elena Lazzeri, ricercatrice e primo autore dello studio. «I progenitori renali – continua – sono delle cellule staminali con capacità di generare molti tipi di cellule renali, che si trovano nei reni. Con il nostro metodo noi favoriamo questa loro capacità di amplificarsi e da una singola cellula possiamo ottenerne milioni. Poi, possiamo trattarle con sostanze che sono in grado di farle diventare la cellula renale che vogliamo studiare, ad esempio la cellula bersaglio della malattia».