RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
In merito alla sentenza della Corte dei Conti che ha sconfessato l’esposto presentato dagli amministratori di Schio, durante la recente assemblea dei soci AVA la quasi totalità dei sindaci ritenendosi danneggiata da tale comportamento ha chiesto ai colleghi scledensi di farsi esclusivamente carico delle spese legali attraverso forme di compensazione da concordare nelle dinamiche societarie. La collega sindaca di Schio ha però rigettato tale proposta. Peraltro il danno economico derivante da quell’esposto non sarà di “soli” trentamila euro bensì più del doppio in quanto la sentenza riconosceva solo parzialmente le spese che ora dai legali di parte vengono chieste in toto ad AVA e ai comuni soci. Mi sembra fantasiosa la ricostruzione dell’ex sindaco Orsi che imputa al suo esposto i maggiori utili di circa due milioni di euro. La società ha sottolineato come siano frutto del teleriscaldamento e della vendita di energia elettrica nonché del piano tariffario stabilito dalla Regione Veneto che immagino non abbia deliberato su input della Guardia di finanza. La larga maggioranza dei sindaci di AVA sta chiedendo da tempo al socio di maggioranza atteggiamenti costruttivi e collaborativi; purtroppo anche nell’assemblea della settimana scorsa i colleghi di Schio si sono messi di traverso all’approvazione del Piano finanziario tariffe 2025, chiedendo una modifica dei criteri con, in sostanza, un vantaggio per Schio di poche migliaia di euro. Alla fine il Piano è passato a maggioranza senza modifiche, ma lavorare in questo modo diventa difficile. Abbiamo davanti sfide complesse che richiedono la capacità di trovare sintesi unitarie. Nella medesima assemblea i soci hanno dato mandato al CdA di chiedere un parere legale in merito al contributo ambientale di 800mila euro da riconoscere al comune sede di impianto. Alcune regioni (Piemonte, Abruzzo) hanno infatti eliminato in autotutela tale contributo dopo sentenze della Corte Costituzionale che lo ha ritenuto illegittimo fatti salvi accordi volontari tra gestore e comuni (così avviene ad esempio per il termovalorizzatore di Padova). Andremo quindi a capire se siamo “obbligati” a versare il contributo o invece– come avviene in gran parte dei territori – ciò debba essere frutto di un accordo tra soci.
Tornando sulla vicenda dell’esposto contro gli ex amministratori di AVA c’è un aspetto che ritengo sia emerso poco: quest’azione ha messo inutilmente alla gogna l’ex direttore Riccardo Ferrasin e diversi ex presidenti (Diego Bardelli, Carlo Lovato, Gianni Benincà, Daniela Pendin). Persone che hanno operato con riconosciuta competenza e serietà, garantendo ad AVA piena efficienza anche sul piano delle politiche ambientali. Abbiamo verso di loro un debito di riconoscenza che tale vicenda non può e non deve offuscare.
Sandro Maculan
Sindaco di Zugliano
