L’amore ai tempi del Coronavirus è diverso da quello dei ‘tempi del Colera’. E’ purezza di sentimento, che va dichiarato più forte perchè non c’è il contatto fisico e la tecnologia moderna non può bastare. E’ condivisione autentica di un disagio dovuto a quanto accade intorno, con le restrizioni di una quotidianità stravolta, il dolore di quei numeri che leggi sui giornali o ascolti in tv e la preoccupazione per i tuoi cari. Specie per i nonni anziani, i più fragili, ad un virus letale che miete morte, che non dà scampo e che lascerà un segno anche nelle giovani generazioni, che stanno dimostrando molta più maturità degli adulti.
L’amore ai tempi del Coronavirus è racchiuso tutto nella storia di Silvia Benvegnù, 20 anni, studentessa universitaria alla facoltà di conservazione e gestione dei Beni Culturali a Venezia ed il suo ‘moroso’Marco Bertoldo, 21 anni, che frequenta Medicina a Verona. Erano passati appena dieci mesi dall’inizio della loro storia, quando il decreto che vieta di uscire di casa se non per motivi urgenti e di non varcare le soglie del comune in cui si risiede, ha creato come un muro tra loro. Lei vive a Thiene, lui a Santorso, ma anche se sono divisi da pochi chilometri, non possono vedersi. Hanno deciso di rispettare le regole, di fare la loro parte: per il buon senso, per l’amore per se stessi e per il prossimo. Perchè non vogliono correre il rischio di portare il virus a casa e contagiare chi potrebbe fare le spese del loro bisogno di potersi guardare negli occhi, di toccarsi anche solo le mani e scambiarsi un sorriso, che ai tempi del Coronavirus vale più di qualsiasi parola. Bisogni che rispondono all’amore, che Silvia e Marco hanno deciso di vivere con restrizione tanto rigorosa quanto è il senso di rispetto per la comunità, che impone di rimanere a casa e di evitare qualsiasi contatto non necessario. ‘La prima settimana è stata dura e confesso che telefonavo a Marco e gli confidavo che non ce l’avrei fatta senza poterlo vedere, senza avere contezza del tempo che ci avrebbe separati proprio nel periodo in cui sentivamo la voglia di stare insieme e conoscerci ancora – racconta Silvia – . Lui mi confortava e mi diceva che era giusto stare ognuno in casa propria, per rispettare quanto ci chiedono le istituzioni. Adesso va meglio e l’altro giorno è stato lui a chiamarmi e a ringraziarmi per averlo chiamato per chiacchierare e condividere le emozioni e le paure di questo momento’.
Ricordo che eravamo stati a Verona per motivi di studio ed abbiamo trascorso tutta la giornata insieme, progettando anche tre giorni di vacanza a Firenze a fine marzo. Non vedevamo l’ora di partire, ma naturalmente, abbiamo disdetto tutto. Quel giorno eravamo spensierati e ricordo che si circolava per le strade ignari di quanto sarebbe accaduto. Il giorno seguente, il dpcm con cui ci chiedevano di stare chiusi in casa e la decisione di rispettare le regole.
Come state quindi, vivendo il vostro amore tu e Marco?
Telefonate e videochiamate per sentirci meno divisi da questa situazione che sta comunque rafforzando il nostro amore. Abbiamo sempre una marea di cose da dirci, da raccontarci. Le nostre giornate dentro casa con le naturali tensioni di una convivenza forzata, che prima non avevamo con i nostri genitori in quanto sempre fuori per l’università. Personalmente, ne sto approfittando per godermi dei momenti di famiglia, riscoprendo il valore dello stare a tavola tutti insieme senza fretta. Con Marco parliamo del Covid, lui è un aspirante medico, che ha scelto questi studi perchè crede fortemente in questa missione. Con tutto quello che stiamo vivendo, ha aumentato la voglia di diventare un medico e condividiamo la stima infinita per tutti gli operatori sanitari stanno facendo sforzi disumani, mettendo a repentaglio la loro vita, per salvare quella degli altri.
Vi è capitato di litigare per momenti di nervosismo dovuti alla ‘clausura’?
Sinceramente no. Siamo, piuttosto, una valvola di sfogo l’uno per l’altro nei momenti di tensione in famiglia, dove se hai una chiacchiera accesa con tua madre o tua sorella non è che puoi aprire la porta e andare a sbollire fuori.
A pieno ritmo. Due settimane fa, ho dato due materie e con i corsi online, i professori stanno facendo lezione regolarmente. Un cambiamento importante, al quale tutti, docenti e studenti, ci stiamo adeguando.
Cosa faresti se ti dessero il via libera per uscire da casa e correre dal tuo Marco?
Ho voglia di toccarlo, di stare con lui e non vedo l’ora di trascorrere un’intera giornata al suo fianco. Mi manca e spero che ci lasceremo alle spalle tutto questo dolore per le persone morte, tutta l’ansia e la preoccupazione per la nostra salute. Spero che ritorneremo a vivere il nostro amore come prima e con più intensità di prima.
di redazione AltovicentinOnline