RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Due sabati fa, giocando col mio cane, vengo morso internamente sul labbro inferiore.
Brutta ferita profonda che sanguina moltissimo, ma è tardi e l’applicazione del pronto soccorso sul mio cellulare mi scoraggia con un’alta affluenza, così blocco il sangue con il ghiaccio e disinfetto con un collutorio.
Giovedì ancora non mi sento bene, anzi ho strani formicolii alla bocca, allora vado dal mio medico che mi raccomanda di andare al pronto soccorso a fare l’antitetanica, perché la ferita è brutta ed il morso del cane è pericoloso.
All’accettazione del pronto soccorso di Santorso, l’infermiere mi consiglia di andare direttamente al Distretto, perché “lì hanno anche le immunoglobuline”: mia moglie telefona e le dicono che l’informazione non è corretta, la gammaglobuline sono solo al pronto soccorso e mi conviene aspettare lì per una valutazione della ferita.
Dopo circa un’ora, vengo ricevuto da un medico che, consultando il cellulare, mi dice che l’ultimo vaccino, fatto nel 1998, a detta di Wikipedia (!) è ancora utile, quindi non necessito di nulla e mi manda a casa.
Al pomeriggio non mi sento bene, così consulto anch’io Wikipedia e scopro che il richiamo ha una durata massima di quindici anni, mentre il mio ultimo richiamo è stato fatto vent’anni fa.
Mi insospettisco e torno dal mio medico, il quale al mio racconto dei fatti risponde che lo stesso giorno un’altra paziente è stata mandata via con le sole gammaglobuline, probabilmente perché al Pronto Soccorso la vaccinazione non c’è.
Mi fa la ricetta per procurarla in farmacia, ma io provo in tutte le farmacie di turno e mi viene detto che da tre mesi il vaccino non arriva più…
Sembra che non ce ne sia più una fiala in tutte le farmacie della provincia.
E’ notte, ma io torno al Pronto Soccorso di Santorso per chiedere le immunoglobuline: trovo per fortuna un altro medico che si scusa per l’errore del collega della mattina (ha sbagliato a contare gli anni!) e mi dice la verità: il vaccino al Pronto Soccorso effettivamente non c’è, se non in dose pediatrica. Mi inietta le
immunoglobuline e mi consiglia di andare l’indomani al Distretto, dove finalmente troverò una dose di vaccino.
A parte l’incredibile della storia (niente antitetanica in una struttura che accoglie tutti i tipi di urgenza!), ciò che mi sembra sconvolgente è la bugia, alla faccia del giuramento di Ippocrate: è ammissibile dire al paziente che non ha bisogno del vaccino, per non dovergli dire che l’ospedale non ne ha?
Allora mi viene da chiedermi se in questi termini una struttura sanitaria non solo non sia utile, ma diventi dannosa: meglio non avere un medico che ti tranquillizza esponendoti ad un rischio, meglio restare nell’incertezza che comunque ti spinge a cercare aiuto.
Così mi viene in mente di mio padre, trattenuto un mese nel reparto di cardiologia dello stesso ospedale, senza dirgli che il suo intervento di urgenza era pronto a Vicenza, non ho capito per quale motivo (possibile che fosse solo per riempire un letto?)
E mi chiedo se ci siamo dimenticati che le strutture sono lì per salvare le persone e non viceversa.
Umberto D. , 43 anni, Thiene