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Thiene. “Lo sci è vita, libertà e responsabilità”. Parola di Federico Irlandese

Costanza, determinazione, rigore ed un briciolo di audacia. Questa la ricetta di Federico Irlandese, 11 anni, che ha già conquistato il cuore delle piste da sci, diventando un vero e proprio fenomeno sulle nevi. Originario di Trieste, ma trasferitosi a Thiene lo scorso settembre, questo giovane atleta ha dimostrato di avere carattere da vendere sulla neve, una passione inarrestabile per lo sci.

Federico, insieme a mamma Antonella, raccontano le evoluzioni conquistate in questo, tra trofei e soddisfazioni, partendo dai primi passi con gli sci a soli quattro anni. Da allora, nemmeno la pandemia da COVID-19 è riuscita a fermare la sua determinazione. Originario di Tarvisio in Friuli, Irlandese si allenava quotidianamente, dimostrando che la sua dedizione allo sport non conosceva ostacoli.

Oltre al suo talento straordinario, il giovane Irlandese ha anche saputo bilanciare con maestria gli impegni scolastici, dimostrando che la disciplina e la passione possono coesistere in armonia. Questa è la storia di un bambino straordinario che, con la tenacia e la dedizione di un vero campione, sta facendo onore alla sua città adottiva di Thiene, emergendo come uno dei giovani talenti più promettenti nel mondo dello sci.

Come è iniziata l’avventura di Federico sugli sci?

Mamma Antonella: “Nel 2016, aveva 4 anni ed è stata subito magia. Ha iniziato il primo inverno in cui ha messo gli sci e ha mosso i primi passetti sulla neve perché al papà piace molto sciare e quindi hanno iniziato ad andare insieme. E’ stato amore sin dalla sua tenera età, una grande passione per la neve che è iniziata presto. Papà è ufficiale dei carabinieri, per cui abbiamo girato il nord Italia. Federico è nato a Trieste e in uno di questi spostamenti siamo finiti a Tarvisio in Friuli dove è nata questa grande passione. Sono siciliana, e spesso mi chiedevo ‘dove siamo finiti’? Non ero abituata al freddo e alla neve, e come mamma avevo paura che si facesse male. Invece è stato abbastanza responsabile, ero tranquilla perché seguito da mio marito e lo vedevo sempre più emozionato. Così mi sono decisa a provare questa esperienza seguendoli in pista e subito mi sono ricreduta.”

Come si è trasformata da semplice passione ad impegno sportivo?

Mamma Antonella: “Ha sempre messo gli sci ogni anno con mio grande terrore. Abbiamo deciso prima di fargli fare un corso invernale e grazie a questo è diventato un atleta. Ha proseguito con l’agonismo, nonostante il Covid si allenava ed è entrato in un club con il quale ha gareggiato fino a concludere due anni fa. Poi la fortuna, o il destino, ha voluto che a Tarvisio si disputasse la GPG, Gran Premio Giovanissimi, la più importante competizione di sci rivolta ai giovani atleti tra i 9 e i 12 anni, dove gareggiavano tutti gli atleti di Italia. Nell’ultimo anno si è ritrovato in mezzo a 344 atleti molto preparati ed è arrivato 41mo. In queste competizioni si gioca sui centesimi di secondo, è stato bravo, ma lui vedendo un risultato così alto non ha compreso quanto bravo fosse stato. La maestra di sci, vedendolo un po’ rammaricato, gli ha fatto comprendere l’importanza del risultato che aveva conquistato contro chi si allena nei ghiacciai d’estate e in inverno.”

Da mamma, come vede suo figlio quando è sulla neve?

Mamma Antonella: “Federico ama profondamente questo sport e fisicamente è strutturato per farlo. Si è sempre impegnato con tanta dedizione e passione. Non ha mai dato segno di cedimento, in termini di stanchezza, neanche a scuola, sempre attento e preparato. Ricordo una volta che saltellando a casa si fece male al piede, gli si era gonfiato molto ma l’indomani avrebbe avuto una gara. La mattina seguente, nonostante il dolore, si infilò lo scarpone e con le mani sui fianchi mi disse: ‘mamma sono pronto’. Quando siamo andati via da Tarvisio le allenatrici erano molto dispiaciute perché era motivo di esempio e riusciva a trainare il gruppo a fare meglio. Uno di loro disse: ‘ecco va via chi porta punti alla squadra’. Per me è una grande soddisfazione vedere mio figlio appassionato, che ci mette impegno, organizzato in quello che fa. E’ stato lui ad insegnarmi a sciare a 40 anni, mi ha incoraggiata, mi ha detto ‘mamma, ce la puoi fare!’ E mi sono lasciata trascinare.”

Quali sono stati i traguardi raggiunti di Federico?

Mamma Antonella: “Per il GPG lo scorso anno è arrivato 41mo su 354 in gara. Del suo club si è qualificato solo Federico della sua età. Per qualificarsi bisogna superare un certo numero di gare, in base al punteggio si viene inseriti in una graduatoria che prima è provinciale, poi regionale e infine nazionale. Partecipa solo chi si qualifica. Del suo gruppo è passato solo Federico. All’inizio del 2022 ha partecipato alla ‘Pinocchio sugli Sci’, gara che si ripropone ogni anno ormai giunta alla 41° edizione, una delle 5 gare di sci più importanti al Mondo dedicate ai bambini da 8 a 15 anni con oltre 20 selezioni in tutta Italia. Si è qualificato come prima riserva per la finalissima Nazionale all’Abetone. ”

Pensa che un impegno così assiduo e costante non implichi un corretto andamento scolastico?

Mamma Antonella: No, anzi credo sia importante per un ragazzo svolgere attività sportive e impegnarsi, non è vero che preclude la possibilità di essere bravi a scuola, anzi aiuta nella concentrazione, nell’abituarsi alla competizione oltre al sapersi organizzare e gestire il tutto.

Federico: “Mi organizzavo. Certo, ero un po’ stanco, ma alla fine riuscivo a fare i compiti, mi ha aiutato molto anche stare attendo durante le lezioni.”

Cosa significa per te sciare? Quali sensazioni ti regala?

Federico: “Un’emozione indescrivibile. Quando metto gli sci ho subito voglia di sciare, mi sento libero, posso fare tutto quello che voglio sulla neve. Sciare è abbracciare la vita, riconoscere i propri limiti, trovare il coraggio di superarli. Accade una magia quando li indosso, la paura si mette da parte e subentra l’adrenalina. Rimane ancora un po’ la paura del vuoto quando salgo sulle seggiovie alte, temo di perdere le racchette e nel momento in cui devo scendere. Ma si supera anche quello. Quando alle gare vedo i compagni che partono, sale un po’ di agitazione, perché non vedo l’ora di partire anche io. Poi arriva il mio momento, mi spingono dicendomi ‘forza vai’ e i pensieri si cancellano all’istante. All’inizio è normale avere paura di andare sugli sci perché si deve mantenere il controllo, si va veloce ed è rischioso, ma è proprio questo il bello. L’adrenalina che sale, tutta l’aria fresca della neve, quel senso di libertà che provo solo in montagna. Ma sarà sempre anche un po’ malinconica per me la neve, perché ora purtroppo non potrò più andarci ogni giorno come facevo prima. E’ già un anno che non metto gli sci e questa cosa mi fa stare male. Ora il pensiero che i compagni sciano ancora mi fa un po’ di tristezza, avevamo le montagne sotto casa, ci mettevamo davvero poco ad arrivare, noleggiare un paio di sci e andare. Ma conto di andarci presto, non sarà all’interno di un club, ma ci sarà sicuramente occasione di andare con papà.”

Quanto tempo dedicavi all’allenamento?

Federico: Mi allenavo ogni giorno, dalle 14 alle 16 e il sabato e domenica tutta la mattina. Allenamento continuo e costante con il mio club.

Raccontaci un tuo ricordo sulla neve.

Federico: “Ricordo che tempo fa stavo facendo una gara tra amici, dovevo attraversare dei paletti ed all’improvviso sono inciampato sugli sci. Scivolando sono riuscito ad arrivare fino in fondo e con la sorpresa di tutti ho vinto la gara. E’ stato davvero divertente.”

Preferisci la pista o il fuori pista?

Federico: “Entrambi anche se diversi. Nel fuori pista posso fare saltelli, acrobazie essere libero. In pista è tutto programmato, si devono seguire le regole, poi ci sono sempre gli stranieri che tagliano la strada o fanno curve lunghissime. Ma fa parte del gioco.”

Cosa consiglieresti ai tuoi coetanei che vorrebbero iniziare questo sport?

Federico: “Gli sci a spazzaneve mai, mettili paralleli e vai!” Lo sci è velocità, forza, avventura, l’essere curiosi di provare nuove piste, essere un po’ spericolati, andare fuori pista sulla neve più alta, caderci dentro e ridere a crepapelle. Spingersi oltre i propri limiti. Certo, spesso mi sono spinto un po’ troppo oltre e ne ho sentito le conseguenze. Nel fuori pista la prima volta è andata bene, la seconda volta mi sono scontrato contro un albero, mi sono fatto un po’ male ma per fortuna la gara era già finita.”

Laura San Brunone