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Thiene. Acrobazie tricolori: chi paga le Frecce? Ripristiniamo la verità e basta fake news su un orgoglio nazionale

Chi paga le Frecce Tricolori? La questione è quasi prosaica, eppure non manca chi puntualmente anche a mezzo social chiede più o meno con vis polemica conto di quanto possa costare un’esibizione della nostra Pattuglia Acrobatica Nazionale.

E’ successo in occasione del weekend thienese dedicato al centenario di Arturo Ferrarin lo scorso ottobre e si è ripetuto in questi giorni dopo il sorvolo sui cieli di Venezia per lo spot delle Olimpiadi di Cortina 2026.

Prima di approfondire la questione economica, è bene però sapere che cos’è esattamente la P.A.N. e come funziona.  Il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico – questo il nome ufficiale delle Frecce Tricolori –  nasce su mandato dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare il 1 marzo 1961 con sede nell’aeroporto friulano di Rivolto.

La Pattuglia Acrobatica Nazionale si esibì per la prima volta pochi mesi dopo la sua fondazione all’aeroporto di Trento, allora timonata dall’intraprendente maggiore Mario Squarcina: ad oggi la più conosciuta tra le pattuglie a livello mondiale anche per le complesse manovre in grado di concepire in volo, conta 10 Aermacchi MB-339PAN di cui 9 in formazione e un solista.

E se durante il periodo estivo le Frecce sono impegnate in esibizioni e spettacoli sia in Italia che in ambito internazionale, d’inverno – approssimativamente nel periodo che va da fine ottobre a fine aprile – le stesse sono impegnate in vere e proprie esercitazioni militari con l’addestramento che prevede attività al poligono aria-terra per il mantenimento delle currencies con l’armamento (razzi, cannone da 30 mm e dumb bomb da esercitazione) e missioni di navigazione a bassa e bassissima quota.

Le Frecce Tricolori sono quindi a tutti gli effetti parte dell’Aeronautica Militare e dipendenti dal Ministero della Difesa: al punto che, ipotizzando un nefasto scenario di guerra o peggio di attacco al nostro Paese, le stesse andrebbero ad affiancare i colleghi cacciabombardieri multiruolo tradizionalmente riconosciuti come tali.

Ma quanto ci costano? Arriviamo all’oggetto del contendere. Un’ora di volo, per singolo velivolo, si aggira attorno ai 5 mila euro: se un’esibizione media durante un Airshow dura circa mezzora, moltiplicando il costo unitario per i 10 mezzi il conto è presto fatto.

Attenzione però. Come spiegato, le Frecce Tricolori fanno capo ai bilanci della Difesa per un costo annuo stimato per la stessa tra i 13 e i 15 milioni di euro: chi dice quindi che i Comuni ospitanti avrebbero versato soldi alla Pattuglia Acrobatica Nazionale, dice il falso.

Più corretto invece immaginare che un evento come quello di un’esibizione delle Frecce che attira decine di migliaia di persone ovunque si realizzi, possa avere piuttosto dei costi correlati: ma direttamente alla P.A.N., in quanto corpo militare, nulla è dovuto.

Giusto inoltre considerare un ulteriore aspetto: le Frecce, proprio per la fortissima attrattività e l’alto valore simbolico, portano sponsor: facile quindi presuppore che la loro presenza ad una kermesse, sia una buona garanzia di successo anche finanziariamente parlando.

Con buona pace di chi, in un mondo di sprechi indicibili e di indicibili contraddizioni e incoerenze, tenterebbe pure di infangare il buon nome di un gioiello e di un vanto tutto italiano.

Marco Zorzi