Si svolgerà venerdì 23 luglio, alle 18, la cerimonia di intitolazione a Giovanni Battista Lebosi del nuovo tratto di strada con accesso da via Roma, creato con il piano di lottizzazione residenziale “Manea”. Lebosi è stata una figura importante per il paese nella prima metà del Novecento: nato a Marano Vicentino nel 1897 e deceduto nel 1947, maestro e figura attiva e propositiva nella vita maranese, fu il primo Sindaco del Comune dal maggio 1945 al marzo 1946.
Alla cerimonia di intitolazione interverranno, oltre ai familiari di Giovanni Battista Lebosi, il Sindaco Marco Guzzonato, Ugo De Grandis – autore della biografia di Lebosi – e il cinema Campana.
“Siamo onorati di lasciare un segno sul territorio a memoria di una figura così importante, il primo Sindaco del nostro paese liberato dal fascismo, dalla guerra e dall’occupazione tedesca, e un insegnante, a ricordarci quanto l’istruzione sia un diritto fondamentale e necessario per poter costruire un pensiero critico e libero. È l’occasione per aggiungere un altro tassello all’importante lavoro di tessitura della memoria avviato dal cinema Campana con la pubblicazione del libro dedicato a Giovanni Battista Lebosi”, afferma il Sindaco.
E così, brevemente, Lebosi viene ricordato nel libro “‘Fatti non foste a viver come bruti’: il maestro Giovanni Battista Lebosi nella Marano Vicentino della prima metà del ‘900”, scritto da Ugo De Grandis e pubblicato nel 2019 in collaborazione con la cooperativa culturale cinema Campana.
“Operaio metalmeccanico, combatté nel primo conflitto mondiale sul fronte del Carso, riportandone una ferita. Dopo il congedo si fece promotore della fondazione della locale sezione del PSI e, all’indomani del Congresso di Livorno, di quella del PCd’I, sostenendo quotidiane battaglie sui temi che agitavano la comunità in quei tempi: la mancanza di lavoro, il carovita, la scadente qualità della scuola, le ingerenze della Chiesa nelle questioni sociali, la corruzione di politici e amministratori. Impossibilitato a proseguire l’attività politica dopo l’avvento del fascismo, scelse di impegnarsi a favore dell’educazione del popolo. Dopo avere conseguito da privatista il diploma di maestro, si dedicò all’insegnamento elementare, riuscendo poi a dar vita a una Scuola serale di Avviamento al Lavoro per formare le nuove generazioni di operai. Perseguitato dal fascismo repubblicano e costretto alla fuga in Lombardia, tornò a Marano all’indomani della Liberazione e coronò la sua carriera politica con la nomina a Sindaco, riprendendo l’insegnamento e la conduzione della Scuola serale fino alla morte che lo colse poco dopo il compimento del 50° anno di età”.