di Anna Bianchini
Festa della Liberazione: fascisti e partigiani. Siamo nel 2021 e ancora tiriamo in ballo una storia sepolta. E’ forse per l’incapacità della politica di non saper affrontare i temi di attualità?
Un consiglio comunale lungo, difficile da seguire anche per i più addetti ai lavori, dove a tenere banco tra maggioranza e opposizione non c’era solo la crisi economica, accennata con retorica da un’opposizione che ha fatto i complimenti per i provvedimenti intrapresi dall’amministrazione comunale a sostegno di commercianti e imprenditori messi in ginocchio dalla pandemia.
Ore e ore a parlare di storia, di faide ideologiche, che ci hanno fatto conoscere il pensiero di ogni singolo consigliere, ma che nulla ha a che fare con quella che dovrebbe essere la politica locale in un momento storico in cui si dovrebbe parlare di ben altro, di cose concrete, attuabili o eventualmente modificabili e in ogni caso territorialmente contestualizzate.
Famiglie che non arrivano a fine mese, servizi sociali allo stremo delle forze perché non si sa come dividersi per sostenere famiglie con 3 o 4 figli e con il padre che ha perso il lavoro. Gente che chiede disperatamente aiuto alle istituzioni, ma poi si ritrova a doversi risolvere i problemi da sola.
Sport non praticato come si dovrebbe da oltre un anno per le norme anti covid e società sportive con titolari di palestre che hanno affitti esorbitanti sul groppone e che non sanno più come sbarcare il lunario.
E ancora, disagio giovanile, con adolescenti in preda a crisi esistenziali, spesso sostenuti solo da genitori ‘eroi’ e da insegnanti che sono stati messi a dura prova non solo dalla dad, ma anche da quello scoramento di ragazzi che non riescono più ad applicarsi con le nuove modalità di studio.
Un teatro, nel quale accorrevano spettatori anche da Padova, che ospitava artisti di fama internazionale, sigillato per colpa del covid che ha messo in ginocchio anche tutte le realtà che ruotavano attorno agli spettacoli.
Si potrebbe proseguire ancora per elencare tutto ciò che la pandemia sta falciando, creando dal punto di vista economico, sociale e psicologico, un buco nero che probabilmente vedremo fra qualche anno.
Ma al consiglio comunale di Thiene, l’altra sera, così come è successo spesso a Schio, è andato in scena uno show anacronistico, durato ore, con il contribuente che paga i gettoni di presenza e forse vorrebbe che fosse affrontato ben altro, in un serio dibattito tra amministratori.
Non entriamo nel merito della storia, sacra e davanti alla quale ci inchiniamo con umiltà, ma è paradossale andare a ripescare delle circostanze descritte ampiamente dai libri su cui studiano i nostri ragazzi quando avremmo un’attualità drammatica da prendere in considerazione. La domanda che ci poniamo è: per quale motivo consiglieri comunali di destra, sinistra, centro, alti, bassi, tondi, hanno il bisogno di rifugiarsi in temi così vecchi, scontati, ritrattati innumerevoli volte? Incapacità di affrontare i temi reali? Fallimento di una politica inadeguata alle problematiche dei cittadini? Qualcosa che non va c’è, se abbiamo bisogno di ripescare dalla storia temi che tengano banco quando ne avremmo di così tanti da affrontare in un contesto moderno così ricco e vivace di drammi. Inadeguatezza? Forse la colpa ce l’abbiamo anche noi giornalisti, che dovremmo censurare la storia, con il rispetto che merita. Questo perché la storia non è cronaca, non è attualità, non è politica, non è sport, non è spettacolo, insomma non è tutto quello che riguarda il contesto attuale che porta notizie a fa la differenza sulla vita dei cittadini.
Per fare un esempio, sulle cronache di questi giorni sono rimbalzate le bollette esose recapitate agli utenti vicentini in merito all’acqua. Bollette che i lettori ci denunciano puntualmente, chiedendoci di denunciare al posto loro. Possibile che nessun consigliere comunale si sia fatto portavoce del problema? I cittadini non si sono rivolti a nessuno di loro e si rivolgono a noi a decine, per non dire di più?
Persone che vengono a denunciare le carenze a noi in redazione e non si rivolgono direttamente ai rappresentanti del popolo. Un dubbio deve sorgere, deve fare riflettere. E’ ora di mettere seriamente in discussione questa figura amministrativa, che non dovrebbe stare lì a battersi in consiglio per ricordare e fare giustizia tra fascisti e partigiani, ma per trovare il modo di tagliare le bollette, di abbassare le tasse, di dar da mangiare a chi non ne ha, di aiutare genitori a trovare lavoro e figli a studiare, di collocare il disabile nella struttura adeguata.
Possibile che non ci siano mozioni che chiedano informazioni ai servizi sociali sulla disoccupazione o sulle bollette e ce ne siano decine relative a mostre o polemiche sterili?
Possibile che nessuno abbia chiesto all’assessore alla Cultura Maria Gabriella Strinati, alla luce del provvedimento del governo che riguarda la riapertura dei teatri, sempre condizionata dalla pandemia, cosa il Comune ha in programma di fare visto l’indotto che porta il teatro stesso?
Possibile che nessuno abbia chiesto all’assessore allo Sport Giampi Michelusi quante sono le società sportive che stanno subendo le conseguenze di questa pandemia? C’è qualcosa che non va all’interno dei consigli comunali, non solo di quello di Thiene, dove si registra una discrepanza tra il reale attuale ed i temi portati in queste estenuanti sedute i cui soldi, tradotti in gettoni di presenza, sosterrebbero interi nuclei familiari che in questo momento non riescono a chiudere i conti. Possibile che nessun consigliere comunale abbia chiesto all’assessore al Sociale Anna Maria Savio quante sono le bollette pagate dal Comune per fronteggiare l’emergenza povertà? Dopo aver ascoltato il consiglio comunale dell’altra sera a Thiene ci viene il dubbio che il consigliere comunale sia il rappresentante di un’ideologia politica ma non il portavoce del popolo che lo ha eletto. Che sia di destra, che sia di sinistra, alle scorse elezioni comunali non crediamo che abbiano eletto Christian Azzolin o Maria Angela Barone perché in consiglio comunale possano ‘tifare’ per partigiani o fascisti, ma per fare la differenza per i cittadini che hanno bisogno del loro aiuto, per intercedere con l’amministrazione. Avete abbondantemente dimostrato di avere fallito nel vostro ruolo, perché se andate a ripescare la storia significa che avete un problema nell’affrontare l’attualità. E noi paghiamo, non solo il gettone di presenza, ma tutti i disservizi che non vengono risolti a causa della perdita di tempo nel rifugiarsi in questioni che appartengono alla storia e che non hanno a che fare con i cittadini ed il contesto attuale.
La politica serve per risolvere i problemi, cambiare e migliorare la vita dei cittadini. La storia appartiene al passato, è bene e doveroso ricordarla, soprattutto per non ripeterne gli errori, ma non si può cambiare, il presente sì.
Anna Bianchini