Grande traguardo raggiunto da Lorenzo Busin, 18 enne di Zanè che frequenta a Schio il Liceo socio-economico ‘A. Martini’. Nel weekend tra venerdì 2 e domenica 4 giugno, è stato invitato a Torino per ricevere il premio al Festival internazionale dell’Economia ‘Ripensare la globalizzazione’. Un concorso di economia aperto ogni anno a tutte le scuole, meta molto ambita e prestigiosa per i diversi istituti d’Italia e nel mondo. A chi partecipa vengono forniti degli estratti di vari materiali tra documenti, articoli di giornale o pagine di libri di saggistica riguardanti l’economia. Una volta letti, lo studente dovrà sostenere due esami, uno a risposta multipla e uno scritto sotto forma di tema. Se si superano entrambe le prove, lo studente viene invitato a Torino per la premiazione. Cosa che Lorenzo ha provato sulla sua pelle, l’emozione e la gratificazione di anni di studio e dedizione per una materia che lo affascina da sempre: l’economia. Grazie al sostegno e incitamento del suo professore di economia Steven George Ghezzo, il quale aveva proposto già in aprile di partecipare al concorso, Lorenzo può aggiungere questo importante successo tra le sue conquiste. “ Tante scuole prendono molto sul serio questa competizione e fanno partecipare quasi tutta la classe o iscrivono automaticamente i più bravi. – spiega Busin – Ci ha provato anche un mio compagno di classe che però non è riuscito a passare la prima selezione.” Il tema estratto era la globalizzazione, quindi un insieme di articoli di saggistica sull’implicazione della globalizzazione legati all’economia, fattori cultuali e sociologici annessi. Un tema abbastanza ampio che gli ha permesso di spaziare in diversi ambiti nella sua tesi. Un ragazzo
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Difficile dirlo perché più si studia e più si tende a cambiare idea, banalmente si aprono più possibilità. Vorrei rimanere nel settore economico, la mia passione. Il tema al quale sono legato è il cambiamento climatico, secondo me da un punto di vista economico si può dare un contributo non indifferente.
Quali potrebbero essere alcune azioni da intraprendere?
Si tratta di un argomento vastissimo, sicuramente bisogna puntare tantissimo sul settore della ricerca, abituare le persone ad avere una mentalità più scientifica, puntare sull’alfabetizzazione perché molto spesso manca la comprensione dei dati, a volte capita anche a me, occorre uno sforzo continuo ed essere consapevoli degli strumenti che abbiamo. Se si vuole un cambiamento si devono creare alternative, non per forza al sistema economico ma anche solo seguendo le sue regole, per non ripetere i soliti errori.
Cosa ne pensi sulle azioni degli attivisti di oggi?
Non ho una buona considerazione dell’ultima generazione perché non danno alternative, fanno discorsi generici e non criticano nulla di concreto. Una lamentela ad esempio dei sussidi ai combustibili fossili da parte del Governo, a parte il fatto che in Italia il Governo viene democraticamente eletto, si deve tener conto che la domanda energetica è anelastica, quindi puoi aumentare quanto vuoi il prezzo del gas, comunque la richiesta è sempre quella perché c’è un bisogno concreto alla base. Quindi i sussidi servono alle classi sociali più deboli. Questi attivisti non incentivano altri a studiare ingegneria, fisica, economia o cercano soluzioni, spesso non hanno ben chiaro quali siano i reali problemi e cercano nel Governo delle soluzioni che non ci sono perché siamo tutti coinvolti. Capisco perché lo fanno e il senso di emergenza può essere problematico, una lama a doppio taglio. In emergenza la prima cosa che si abolisce è democrazia e libertà.
Quali sono invece i tuoi modelli da seguire?
Apprezzo molto di più il lavoro dell’avvocato dell’atomo, Luca Romano, oppure di Giacomo Moro Mauretto con Entropy For Life, Daniele Visioni che lavora per l’IPCC (Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici). Ci sono molti divulgatori validi e bisogna seguire loro perché loro non danno risposte ma strumenti per arrivarci e capire.
Come vedi i tuoi coetanei, compagni di classe a parte?
Ricordo molto più attivismo da parte loro prima del Covid. Nel 2018-2019 si riempiva la piazza a Schio. Con il tempo è andata scemandosi questa cosa, forse anche per colpa della mancanza di idee chiare. Da un lato ci vedo la problematica di questo dibattito che viene spesso polarizzato, persone che non hanno molte aspettative per il futuro, non c’è interesse. Molti credono non ci siano soluzioni, altri non si pongono il problema. Nel mio piccolo ho provato a portare la questione tramite un gruppo di dibattito a scuola, ho portato la tematica energetica con un mio amico dello scientifico e ho notato che, se si spiegano bene le cose le persone diventano più attive.
Come vedi l’Italia dei giorni d’oggi? Sarai uno di quelli che andranno all’estero?
Non credo di avere le conoscenze per esprimere questa opinione, posso dire che non ho grosse aspettative per l’Italia, per il semplice fatto che abbiamo una classe politica abbastanza brutta, figlia di errori passati e scarso interesse. Tutti parlano ma nessuno porta soluzioni. Da un punto di vista economico, basandomi su ciò che ho letto e studiato, o dalle dichiarazioni di Michele Boldrin e Costantino De Blasi di ‘Liberi oltre le illusioni’, l’Italia sembra essere un po’ sulla scia dell’Argentina. Sicuramente voglio fare un’esperienza fuori dall’Italia perché qui c’è un retaggio culturale che non le permette di svilupparsi, siamo radicati in idee del passato e c’è poco progressismo, sia in ambito sociale che scientifico o tecnologico e mi dispiace perché avremmo tutte le potenzialità. Ogni anno regaliamo al mondo tantissimi cervelli ed eccellenze in qualsiasi campo ma del resto, se non trovano terreno fertile qui è normale che se ne vadano.
Laura San Brunone