Dopo mesi di preparazione e tentativi tra il 9 ed il 20 luglio scorso due alpinisti di Montecchio Maggiore, il ventenne Leonardo Meggiolaro e il 48enne Alberto Peruffo, hanno aperto una nuova via d’arrampicata sul Monte Bàffelan, la montagna per eccellenza degli scalatori vicentini, già in passato esplorata a fondo come dimostrano le oltre 15 vie tutt’oggi percorribili e certificate.

La nuova traccia è stata nominata “Via dei Montecchiani Ribelli”, e si estende per 165 metri di altezza sulla ripida parete Nord della montagna. La difficoltà media della nuova via, ufficializzata dal Club Alpino Italiano di Montecchio che ne ha emesso anche la relazione tecnica, è di grado VI+ (6+), un’ottima pendenza se si considera che a livello internazionale la scala della difficoltà di arrampicata va da I (1) a XI (11). Addirittura all’inizio del terzo tratto sui cinque complessivi la relazione di salita annota difficoltà VIII- (8-), segno della notevolissima asperità affrontata.

montecchiani ribelli

La via è divisa in cinque tratti, “tiri” in gerco tecnico, ed è stata aperta dal basso con chiodi e protezioni naturali, senza nessuna perlustrazione dall’alto, grazie anche al supporto di una roccia definita su quella parete “quasi ottima”. La partenza si trova a lato dell’imponente parete Est, sulla forcella che divide il Bàffelan dal Primo Apostolo, a pochi metri dalla partenza della Via Vicenza, e sale fino ad arrivare ai 1793 metri della cima, per un dislivello totale di 165 metri. Nel 2011 Peruffo aveva già tentato l’ascesa per questo nuovo percorso, ma aveva dovuto arrendersi. “Ho saputo aspettare e coltivare il compagno giusto – dice  – aspettando quattro anni senza alterare la montagna, che adesso ho scalato col più forte giovane rocciatore di Montecchio”.

Meggiolaro e Peruffo sono una coppia senza dubbio particolare, data l’importante differenza di età che intercorre tra di loro, ma nonostante questo sono riusciti a coronare un sogno, ossia scrivere il loro nome su una montagna che rappresenta la storia dell’alpinismo vicentino e italiano, scalata in passato da straordinari rocciatori come Gino Soldà e Raffaele Carlesso, precursori di quella che oggi è una passione diffusa e molto praticata. Per tutti e due si tratta della prima via da loro stessi aperta, dopo tanti anni di gavetta sulle montagne circostanti.

Altrettanto particolare è la genesi del nome della via. “Una suggestiva provocazione. Esso ha diverse sfaccettature – continua Peruffo – innanzitutto quella della nostra provenienza geografica, ma è anche legata ai Ribelli dei ‘Piccoli Maestri’ di Luigi Meneghello, infatti qui vicino c’è un monumento in memoria di Toni Giuriolo, professore e capo squadra partigiano dello scrittore maladense durante la Resistenza. Infine – conclude – c’è una vena polemica col CAI, perché secondo me i suoi dirigenti locali non fanno veramente l’interesse della montagna, lasciando che venga offesa e colonizzata senza giudizio”.

Federico Pozzer

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