Laura Macchi ha fatto il miracolo e il Famila Basket è campione d’Italia.
“Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi…” Il coro entusiasta che si possono permettere solo le tifoserie delle squadre campioni d’Italia è partito molto presto ieri sera, quando ancora mancava qualche secondo alla fine di una partita mozzafiato, dal punto di vista tecnico ed emozionale. Una gioia incontenibile al fischio finale è poi esplosa al Pala Campagnola, al termine di una partita che le Orange hanno combattuto fino alla fine senza mai mollare la speranza e la voglia di farcela. In svantaggio per tutto l’incontro, il Famila è stato in grado di superare la Passalacqua Ragusa solo nell’ultimo minuto, grazie a un canestro da antologia di Laura Macchi e chiudendo sul punteggio di 69-66.
Le scledensi hanno conquistato ieri sera il settimo Scudetto della loro storia, terzo negli ultimi tre anni, secondo di fila contro Ragusa, suggellando il momento di assoluto dominio Arancione del panorama cestistico italiano.
La partita era iniziata però in salita per le ragazze di coach Miguel Mendez, che nel primo parziale di gioco hanno subito la maggior precisione e fisicità delle siciliane, trovandosi ad inseguire nel punteggio anche di 11 punti. La musica è decisamente cambiata all’inizio del secondo tempo, con Masciadri e compagne più aggressive e attente in difesa e precise in attacco.
Il finale poi non è stato adatto ai deboli di cuore. Per tutto l’ultimo quarto Schio ha cercato in ogni modo di ricucire il piccolo svantaggio su Ragusa, ma fino all’ultimo minuto le Aquile hanno risposto colpo su colpo, tenendo sempre le avversarie a 3-5 punti di distanza. La partita è girata a un minuto esatto dalla fine: Schio sotto per 59-65 e tripla della scledense Kata Honti, che ha ridato vita e forza alla squadra,trasformando il Pala Campagnola in un inferno arancione. A 6 secondi dalla fine è avvenuto il sorpasso definitivo: canestro meraviglioso in rovesciata di ‘Chicca’ Macchi. Il libero di Masciadri che segna il 69esimo punto di Schio è poi solo per i tabellini.
Federico Pozzer