Si è conclusa ieri la 98° edizione del Giro d’Italia, che ha visto trionfare lo spagnolo Alberto Contador con un margine di sicurezza sull’italiano Fabio Aru. Parallelamente alla corsa dei grandi però c’era anche chi aveva altri obiettivi, ossia fare esperienza e macinare i primi chilometri tra i professionisti. Tra questi il giovanissimo Giacomo Berlato, 23enne maladense , che è riuscito a concludere la difficile Corsa Rosa, con molte giornate passate all’attacco per cercare di mettersi in mostra e conquistare piazzamenti di rilievo.
Berlato, neo-professionista che corre per la formazione italo-giapponese Nippo Fantini Vini, ha concluso la sua prima esperienza ad un grande giro al 101° posto, distanziato di oltre 4 ore dal vincitore, 23° nella speciale classifica riservata ai giovani. Ma si sapeva che il maladense non aveva ambizioni di classifica, bensì l’obiettivo era quello di conquistare più fughe ed esperienza possibili, come in effetti è avvenuto.
L’ultima fuga conquistata da Berlato in ordine cronologico è stata quella della 20° tappa, una delle più aspre e difficili, che prevedeva le salite del Colle delle Finestre e del Sestrière. Il giovane è partito assieme ad un gruppo di dieci attaccanti, ed è stato l’ultimo ad arrendersi sulla prima durissima ascesa, negli ultimi chilometri addirittura sprovvista di asfalto in favore dello sterrato. Anche nella 17° si era poi messo in mostra, transitando per primo all’unico Gran Premio della Montagna, la salita del Teglio, venendo ripreso a 30 chilometri dall’arrivo.
Già in precedenza Berlato si era fatto notare, rimanendo nelle primissime posizioni nella seconda tappa e soprattutto in quella del Mortirolo, scollinando tra i primi sulla salita del Passo Carlo Magno. “Non ho paura di stare all’aria, prendere il vento, tirare tutto il giorno – ha dichiarato il maladense – La voglia di scappare è più forte della delusione di farsi raggiungere. Scappare è testa bassa e menare, e io ci proverò finché non riuscirò a vincere”.
F.P.