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Ciclismo. La 78° Schio-Ossario all’insegna della storia

E’ una Schio-Ossario dal grande sapore storico quella che si ripresenta il prossimo 19 luglio. La manifestazione infatti, ferma da ormai cinque anni, pur rinnovandosi sotto il profilo organizzativo rimane molto attenta alle sue radici, dedicando molto spazio alla memoria di Eugenio Bagattin, storico fondatore, e all’importanza del sito di arrivo, l’Ossario del Pasubio sul Colle Bellavista.

Questa manifestazione infatti ha origini profondamente e squisitamente storiche. Venne istituita per volere dei soci del Veloce Club Schio nel lontano 1932, e lo scopo dichiarato, oltre a quello di far vincere in casa lo scalatore del momento, Attilio Sberze di Valli del Pasubio, era quello di portare il ciclismo su uno dei luoghi simboli della Grande Guerra, storia allora distante poco più di dieci anni: l’Ossario del Pasubio sul Colle Bellavista, voluto fortemente dalla Monarchia sabauda, ancora oggi custode silenzioso di 5077 soldati quasi totalmente italiani. In buona parte storiche sono anche le motivazioni che hanno portato gli organizzatori a riproporre questa manifestazione nel 2015, ossia il Centenario esatto dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale.

Uno dei più grandi sostenitori di questa nuova corsa all’epoca fu il segretario del VC Schio, Eugenio Bagattin, il quale convinse il direttivo a darle vita e negli anni si prodigò nel diffondere sempre più il ciclismo nel territorio scledense. E oggi, dopo più di ottant’anni, il destino della Schio-Ossario rimane ancora indissolubilmente legato al cognome Bagattin, grazie al figlio di Eugenio, Roberto, parte attiva e propulsore della rinascita della storica gara, che al momento della premiazione il 19 luglio ricorderà l’opera del padre prematuramente scomparso nel 1956.

Federico Pozzer