Sono loro ad illuminare la cittadella dello Sport di Thiene, dove al momento si allenano solo le squadre locali di Rugby ed il Vicenza Calcio al mattino. Le vedi nel loro campo a dare il meglio per crescere in uno sport che sta delineando le loro vite, non solo a livello educativo-sportivo, ma anche umano. Uno sport che in molti giudicano esclusivamente maschile, ma dove il genere femminile sta spiccando. Tra loro, ci sono corteggiatissime adolescenti, che hanno gli occhi addosso del Benetton.
Di questa squadra femminile così promettente sono orgogliosi il presidente Carlo Costa e l’allenatore Massimo Zanon, che ci tengono a sottolineare che ‘avere una femminile in Veneto non è facile’. Al loro fianco c’è anche la dirigente accompagnatrice Mariela dalla Lasta.
“Anche il tifo non è lo stesso, non si assistono alle scene tra gli spalti, che spesso vedi nel calcio – interviene Zanon – ripeto, non esiste nemmeno una parola contro in questo sport fondato sul rispetto, anche se sembra che ci si scontri fisicamente”.
Adolescenti che amano lo sport più del cellulare
Sono delle peperine in campo, ma anche nella vita privata. Raccontano le loro storie personali, di quando il covid le ha costrette a stare ferme dai soliti allenamenti, ma loro hanno resistito per ritrovare la gioia di riprendere. “Abbiamo fatto allenamenti senza contatto – racconta Massimo Zanon – , non è stato un periodo facile, ma era necessario non fermarsi”.
Ragazze forti che hanno compreso pienamente il dramma di una pandemia, che hanno vissuto con maturità e consapevolezza che la tempesta sarebbe passata e ci si sarebbe goduto tutto con maggiore intensità di prima. Non escludono che il Rugby possa diventare il loro futuro e di fronte a loro ci sono mamme e papà pronti ad appoggiare i sogni di una figlia, nel caso volesse andare avanti, trasferirsi, rinunciare alla vita di tutti i giorni per fare quello che desidera. “A volte dobbiamo rinunciare a qualche allenamento per i compiti e questo ci dispiace perchè non si dovrebbe mai rinunciare allo sport per la scuola. Sono importanti entrambi e imprescindibili per la formazione di ogni essere umano”.
“Purtroppo – interviene l’allenatore con una punta di polemica – gli insegnanti non rispettano l’attività sportiva dei nostri ragazzi e li mettono nella condizione di dover scegliere: cosa sbagliatissima, a mio avviso. Vorrei sottolineare che molti campioni di rugby sono laureati”. “Paula da quando fa sport, attualmente ne fa tre, è migliorata a scuola” , racconta la madre della giovane promessa del rugby.
Chiacchierare con queste ragazze è pura gioia di vivere. Sono vivaci, spigliate ed educatissime. Il tempo passa in fretta con loro quando ti raccontano di quello sport che, racconta Emma Andalò, 15 anni, studentessa del Corradini, è conciliabile con qualsiasi tipo di fisicità. E poi dà la possibilità di stare in gruppo. Qui sono nate amicizie profonde, legami di complicità che derivano anche da questo gioco che si fonda su una sorta di responsabilità. Se sbaglia uno, sbagliano tutte. Si nota subito che la disciplina sportiva le segna, ma c’è qualcosa che spicca prepotente nei loro racconti: il ruolo della famiglia.
Mamme e papà che le accompagnano e spesso le attendono al freddo
Sono mamme e papà che vivono per i figli, che li hanno educati bene e si vede non solo in campo, ma anche quando le loro ragazze si raccontano. Massimo Scholz confida di emozionarsi nel vedere la sua Sole mentre gioca ed è lei a rivelare che non c’è telefonino che tenga davanti alla passione per il rugby. Padre e figlia si lasciano andare a qualche confidenza di casa e papà Massimo racconta dell’esuberanza di una figlia adolescente, che sta imparando a dosare la sua vivacità, anche grazie alle regole sportive, che inevitabilmente, plasmano il carattere. “Il ruolo dei genitori come ha capito è fondamentale – ci tiene a dire il Presidente Costa- , qui ci sono famiglie alle spalle, che sono determinanti”.
Maria Carla Dalla Lasta è la prima fan di Paula, la segue rigorosamente e racconta che non avrebbe problemi a vedere la sua piccola campionessa andare via per inseguire il suo sogno. “Se è quello che vuole, io la lascerò andare. Vivo per i suoi desideri, non è la prima sportiva di casa e per un figlio sono disposta a fare qualsiasi tipo di sacrificio”. La mamma di Paula la accompagna anche in trasferta: “Sono nate delle belle amicizie anche tra noi genitori, non solo tra le ragazze”.
L’appello dell’allenatore
“Il rugby è uno sport che sa dare tanto e spesso la scuola questo non lo comprende, caricando di compiti queste ragazze, che non devono ritrovarsi davanti alla scelta – ha detto Massimo Zanon – . Scuola e sport non devono trovarsi in competizione, sono due mondi che devono interagire nel rispetto reciproco. Invito i giovani a venire a vederci qui alla Cittadella dello Sport, dove si allenano tutte le squadre della nostra società, non solo quella femminile. Ci si può presentare il lunedì o il martedì alle 18,30. Ce n’è per tutte le età”.
N.B.