‘Ci vogliono far pensare ad un’autostrada di importanza europea, ma non è così’. Una documentazione tecnica davvero copiosa, quella riportata dall’architetto Renzo Priante a sostegno del Comitato ’No Valdastico-Nord’, contro la costruzione della A31 Nord, l’autostrada Piovene Rocchette – Besenello, lunga 39,4 km e dal costo ben 2 miliardi di euro.
’Sono partito dal presupposto che quello che ci dicevano i fautori dell’autostrada fosse corretto – racconta – ed ho provato a verificarlo, ma via via che procedevo non ho potuto che constatare un massiccio costo in termini globali, a fronte di un beneficio tutto sommato modesto.’
Partiamo quindi dal bacino di utenza della futura Valdastico, dichiarata da politici e mezzi di comunicazione come ’parte del corridoio 1 (Berlino-Palermo), che andrebbe a connettere con il corridoio 5 (Lisbona-Kiev), inserendosi nel contesto di due dei progetti prioritari TEN-T, reti di trasporto trans-europee’. Ebbene, andando a fondo si scopre che il documento TEN-T riguarda un corridoio ferroviario. L’Ue non mira assolutamente alla estensione del traffico autostradale, ma prevede che a breve tutto il traffico commerciale per il Nord Europa dovra` montare su ferrovia, commutazione possibile a Verona, non a Vicenza.
Inoltre, la costruzione della A31 Nord e` in conflitto con gli investimenti ventennali delle Provincie di Trento e di Vicenza sulla Valsugana, che e` quasi completata, mancano solo 7 chilometri dal costo molto piu` contenuto.
Ci si chiede poi quale possa essere il bacino di utenza di un percorso che risparmia all’autotrasportatore 19 chilometri (un litro di benzina), ma lo taglia fuori dalla zona di Verona, sede di un nodo cruciale di interscambio, il ’Quadrante Europa’, con tutti i suoi servizi.
L’autostrada non riveste un ruolo strategico neppure per gli spostamenti nord-sud a livello nazionale, e, a livello regionale, presenta dei vantaggi solo per gli itinerari da Vicenza a Trento. ’Non riesco ad immaginare un bacino di utenza che superi di molto la meta` della provincia – commenta l’architetto – ma allora le sue proporzioni non sono un tantino esagerate? Non si usa un cannone per sparare ad una zanzara’
Veniamo quindi ai costi, non solo a quei 50 milioni di euro al chilometro – se tutto va secondo il preventivo – il triplo del costo della Valdastico Sud, che fanno indovinare un pedaggio significativamente piu` alto.
Ci sono anche perdite logistiche, considerando che l’autostrada avrebbe una larghezza di cinquanta metri e vincolerebbe dai 160 ai 420 metri, piu’ del doppio del vincolo dell’attuale strada statale. All’autostrada servono 103 ettari, cioe` 268 campi vicentini. E poi c’e` la superficie occupata temporaneamente per i lavori… il tutto nel contesto di un paese di vallata, dove l’unico territorio veramente prezioso e` quello di fondovalle. Per esempio, a Pedemonte, oltre 1/4 della superficie utilizzabile verrebbe compromesso, in buona parte per sempre.
Questo scenario si proietta su quello delle perdite economiche, con danni all’agricoltura, per perdita di campi, minore qualita` delle colture, minore concorrenzialità delle aziende agricole, costrette a subire un taglio della propria dimensione aziendale ; con problemi per le fabbriche locali, fra cui una che occupa piu’ di 100 operai e che sta investendo per ampliarsi, mentre cadrebbe nel percorso dell’autostrada.
E poi problemi di inserimento paesaggistico , con la violazione del patrimonio culturale delle due chiesette di S. Agata e S. Giorgio in Velo, senza contare che verrebbe compromesso lo splendido progetto della ciclopista che doveva attraversare tutta la valle, fino ai confini del Trentino: la via Imperiale, con tutto il suo valore storico.
E` immaginabile l’impatto ambientale di una struttura del genere in un fondovalle dove inquinamento, acustico e non, si acutizzano in alcune zone, per esempio all’uscita delle gallerie, che sarebbero punto di confluenza dei problemi.
L’imprevedibile rischio idrogeologico, visto il carsismo e l’alta probabilita` di intercettare sorgenti in corso d’opera…Si teme persino lo svuotamento del lago di Lavarone, e c’e` uno studio, del geologo Zampieri dell’universita` di Padova, che dimostra che lungo la percorrenza dell’autostrada si situerebbe una frana attiva in localita` Marogne di Valdastico, dall’alta pericolosita`.
Ci sono insomma tanti punti su cui tecnici e cittadini della vallata amerebbero poter discutere con le autorita`, e questo diminuirebbe la loro sensazione di ‘essere presi in giro’.
Ma, a quanto pare, almeno per ora, il dialogo tace.
Umberto d’Anna