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Via l’assegno di mantenimento e si pagherà il mediatore

“Il mantenimento non sarà fifty-fifty: il genitore che guadagnerà di più contribuirà di più”. Così il senatore leghista Simone Pillon, relatore del disegno di legge sull’affido condiviso, spiega a Tgcom24 il senso del provvedimento, sottolineando che ogni genitore, d’ora in poi “saprà che ogni euro sarà speso per il figlio e non per l’ex coniuge. Qua non si fanno né gli interessi della madre né quelli del padre”.

Approda in commissione giustizia, al Senato, il disegno di legge 735 sull’affido condiviso, che punta alla cancellazione dell’assegno di mantenimento, il doppio domicilio per il minore, facendo profilare la figura del mediatore in caso di figli con meno di diciotto anni di età.

Punti cardine della proposta
Basato sul principio della bigenitorialità perfetta, il disegno di legge che vuole riformare l’affido in caso di separazioni o divorzi, prevede il mantenimento diretto della prole, la mediazione familiare, le azioni di contrasto all’estraniazione dei figli nei confronti di un genitore.

Per crescere un figlio, “non si pagherà fifty-fifty, ma in base al redditto”. Così il senatore leghista spiega ancora al Tgcom24 come verrebbe rideterminato il mantenimento, precisando che “ogni genitore d’ora in poi, saprà che ogni euro sarà speso per il figlio e non per l’ex coniuge”. Se la riforma sull’affido andasse in porto, il genitore ‘collocatario’, nella maggiore parte dei casi è la mamma, si vedrebbe cancellato l’assegno di mantenimento. Le spese per il sostentamento e la crescita della prole verrebbe divisa tra i due genitori.

Col doppio domicilio dei figli, e due case quindi, andrebbe quindi a sparire quell’assegno mensile sancito in sede di separazione. Stando al disegno di legge, quindi, ciascun figlio dovrebbe vivere almeno dodici giorni al mese alternati, notti comprese, sia con mamma che con papà. “Per garantire un rapporto equilibrato e continuativo con entrambe le figure genitoriali”, spiega ancora Pillon.

Un nuovo modo di concepire l’addio di marito e moglie, che non dovrebbe mai comunque fare affossare il ruolo di papà e mamma, ai quali verrebbe affiancato un mediatore familiare. Suo il compito, secondo l’intento del ddl 735, di traghettare i genitori nella gestione dei figli minori, con incontri a pagamento, per un tempo limite di sei mesi.

di Redazione AltovicentinOnline