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Thiene.Tares al minimo, ma stangata per alcune categorie. Samperi: ‘Abbiamo fatto del nostro meglio’

 Puntuale e antipatica come tutte le tasse arriva anche la Tares. Una lotta per l’Amministrazione Comunale, che ha lavorato sodo facendo di tutto per agevolare la città rispettando gli implacabili dettami imposti da Roma. Ma anche con tutti gli sforzi, fioristi, ortofrutta e pescherie vedranno schizzare la loro tassa alle stelle, perché i coefficienti di base stabiliti dalla legge sono spietati.

 

La Tares non ha mezze misure, perché quando lo stato ha bisogno di soldi va a cercarli dove è sicuro di prenderne. Ai Comuni quindi ancora una volta l’odioso compito di fare i gabellieri e cercare di fare il meglio che si può per non gravare troppo sui cittadini pur accontentando mamma Roma, la lupa che allattando troppo si trova ad essere costantemente affamata. ‘Abbiamo fatto del nostro meglio – ha spiegato Alberto Samperi, vicesindaco e assessore al Bilancio – e siamo abbastanza soddisfatti. Abbiamo fatto il lavoro migliore rimanendo dentro la normativa. Di questi tempi ogni aumento infastidisce, ma non si poteva evitare.
Ce l’abbiamo messa tutta, facendo ben 4 commissioni e tantissime simulazioni. Abbiamo conservato il peso contributivo della Tarsu, distinguendo tra le 9.800 famiglie che pagano il 72% dell’importo totale e le 1.500 utenze non domestiche che sostengono il 28% dell’importo. Alla fine dei conti, il 50% delle famiglie avrà un aumento di 50€, il 20% avrà un aumento di oltre 50€, mentre il 30% avrà una diminuzione della tassa’.

Nella definizione dei parametri della Tares, Samperi e la Giunta hanno trovato pieno appoggio nella minoranza, perchè evidentemente pur girando e rigirando i numeri, meglio di così non si poteva fare.
La nuova tassa sui rifiuti infatti prevede che i Comuni assicurino la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio sulla base di un piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani redatto dal soggetto che svolge il servizio stesso. Thiene spende 2.504.288,88 euro per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, ed è proprio questa cifra che il Comune deve far saltar fuori, alla quale si devono aggiungere 30 centesimi per metro
cubo da dare allo stato.
Per quanto riguarda i rifiuti di casa, il rapporto sul quale si basa la Tares è lo spazio che ogni individuo ha all’interno della sua abitazione, pertanto, più grande è la casa e meno si paga. ‘L’Amministrazione ha tenuto la Tares ai minimi – ha sottolineato il consigliere di minoranza Roberto Frau – purtroppo i parametri che la legge impone ai Comuni sono molto rigidi e ci sono categorie che sono nettamente svantaggiate. Coloro che vivono numerosi in case piccole ad esempio, oppure le pescherie, i fioristi e gli ortofrutta, che dovranno versare il 140% in più di quanto hanno versato finora’.

Secondo tutti, Thiene ha fatto una scelta equa, lavorando sodo per creare meno disagi possibili ai suoi cittadini e lavoratori.

‘Speravo – ha detto Alessia Gamba, consigliere del Movimento 5 Stelle – che la Tares imposta da Roma fosse una legge migliorativa, che incentivasse soprattutto la raccolta differenziata. Il fatto che siano svantaggiate alcune categorie che generano tanto rifiuto umido per me non va bene perché la produzione di rifiuto biodegradabile non è solo un costo, ma genera anche
ricavo. Di questo la legge non tiene conto’.

Anna Bianchini