Sono giorni davvero complicati per i pendolari del Veneto. Tra le solite cancellazioni dei treni, guasti, vagoni pieni all’inverosimile di pendolari, e l’incubo dell’orario cadenzato che si avvicina. Sarà infatti in vigore dal 16 dicembre il nuovo orario che cambierà la vita a molti dei pendolari di Veneto e Friuli Venezia Giulia, in particolare di chi dall’alto Vicentino parte ogni mattina per raggiungere Vicenza, Padova, Venezia, Verona o Treviso. Ieri a Schio si è raggiunto il livello di guardia con gli utenti di Trenitalia costretti a stare ammassati persino in cabina guida.Ma chi viaggia ogni giorno per motivo di studio o lavoro assicura: è storia di sempre!
Le variazioni sembrano non tenere conto degli orari delle scuole, di quelli di punta dei lavoratori e delle coincidenze.
Le principali modifiche? Dal sito di Trenitalia l’orario è chiaro: nella tratta Schio – Vicenza un solo treno all’ora, anche nelle fasce più critiche. Per chi parte dalla stazione di Thiene ecco cosa succederà: scompare il treno delle 7.57, uno dei più utilizzati. Per raggiungere Vicenza le alternative sono 7.02,7.21 o 8.21 e poi di seguito, una corsa all’ora. Al ritorno, sempre nella fascia critica dei pendolari scompare il treno delle 18.39: a chi vuole tornare dal lavoro aspetta una corsa per riuscire a salire nel treno delle 18.09 o lunghe attese in stazione aspettando 19.09 e 20.09. Una sorpresa anche nell’ultimo treno, quello delle 21.09, spesso utilizzato dagli universitari veneziani: sostituito da una corriera che per percorrere un tragitto di 25 minuti su rotaia ne impiegherà da oggi un’ora.
L’indignazione e la protesta montano e sono già state attivate iniziative per contrastare i treni da incubo e per sensibilizzare sulle difficoltà che si incontreranno con i nuovi orari. Legambiente propone Pendolaria, una raccolta firme che termina il 7 dicembre per presentare poi alla Regione le criticità. Ma c’è chi vuole individuarle utilizzando proprio le testimonianze dei pendolari: Trenitardo raccoglie gli sfoghi, le foto e soprattutto i ritardi dei pendolari veneti, che ad oggi hanno già perso 21 giorni secondo il calcolatore del sito. è possibile segnalare anche i ritardi e i disagi della tratta Vicenza Schio, contribuendo ad un’inziativa che vuole aumentare la consapevolezza e la risonanza dei disagi subiti.
L’indignazione e la protesta montano e sono già state attivate iniziative per contrastare i treni da incubo e per sensibilizzare sulle difficoltà che si incontreranno con i nuovi orari. Legambiente propone Pendolaria, una raccolta firme che termina il 7 dicembre per presentare poi alla Regione le criticità. Ma c’è chi vuole individuarle utilizzando proprio le testimonianze dei pendolari: Trenitardo raccoglie gli sfoghi, le foto e soprattutto i ritardi dei pendolari veneti, che ad oggi hanno già perso 21 giorni secondo il calcolatore del sito. è possibile segnalare anche i ritardi e i disagi della tratta Vicenza Schio, contribuendo ad un’inziativa che vuole aumentare la consapevolezza e la risonanza dei disagi subiti.
Senza contare la dubbia legalità delle situazioni di viaggio: centinaia di persone stipate all’inverosimile, in piedi, in condizioni da incubo, non sarà forse pericoloso?
L’assessore regionali ai trasporti Renato Chisso, ha spiegato: ““Laddove abbiamo verificato che c’erano dei “buchi” siamo già intervenuti. In altri stiamo studiando le soluzioni. In altri casi ancora dobbiamo evitare di accontentare qualcuno penalizzando altre situazioni”. Secondo l’assessore il cadenzamento, numeri alla mano, porterà ad un incremento del 23 per cento del numero dei servizi; ad un incremento del 30 per cento del numero di posti offerti, ad una crescita del 18 per cento del numero di fermate e ad un effetto rete con un incremento che si stima raddoppiato delle soluzioni di viaggio tra le direttrici. A questi si aggiungono anche alcune decine di nuovi posti di lavoro stabili per coprire i nuovi servizi offerti. “Rimaniamo in ascolto delle criticità concrete – ha detto ancora Chisso – perché vogliamo dare una risposta reale a chi usa il treno quotidianamente. Non mi interessano invece le proteste di quanti criticano il cadenzamento per crearsi notorietà politica”.
Peccato che al momento chi usa il treno quotidianamente non si sente assolutamente ascoltato ed è sufficiente salire in uno dei vagoni che partono al mattino dalle nostre stazioni per capire che siamo lontani dalla risoluzione dei problemi che affliggono da anni Trenitalia.
Nicole Zavagnin
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