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Sesso: la prima volta, tutta colpa del dna

Non esiste un’età giusta per fare l’amore la prima volta, a determinare la vita sessuale, soprattutto quando il sesso è ancora un mondo sconosciuto, sono una moltitudine di fattori che variano da persona a persona.

C’è chi ha fatto sesso da giovane, a volte chi da giovanissimo, c’è invece, chi si è dimostrato più prudente e a rimandato l’esperienza all’età adulta.

Alla base di queste scelte, oltre che, ovviamente le opportunità e le diverse condizioni di vita che portano a fare esperienze differenti, secondo degli studiosi britannici, vi sarebbe anche il Dna. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista ‘Nature Genetics‘, dimostrano la relazione tra l’età del primo rapporto sessuale e le varianti genetiche.

Quest’ultime associate all’età dello sviluppo della pubertà – la cui media è scesa ai 12 anni – sarebbero correlate alla prima esperienza sessuale, suggerendo che questi aspetti possono essere legati a livello genetico.

Gli studiosi dell’Università di Cambridge (GB) hanno condotto uno studio capillare sul genoma di oltre 125.000 partecipanti (59.357 uomini e 66.310 donne di 40-69 anni) alla Biobank Uk, identificando così 38 varianti associate con l’età della prima volta. Gli scienziati hanno poi replicato questi risultati studiando 241.910 uomini e donne islandesi e 20.187 donne americane sane (over 45 anni) di discendenza europea.

Gli studiosi hanno utilizzato un metodo statistico chiamato randomizzazione mendeliana per individuare il nesso eziologico tra la tempistica della pubertà e l’età della prima volta e del primo parto.

In pratica, una pubertà anticipata stimola precocemente gli impulsi sessuali e di conseguenza fa anticipare il primo approccio al sesso che, come in una reazione a catena, fa aumentare le probabilità di una gravidanza in giovane età. Quest’anticipazione dei tempi ha delle ricadute sanitarie, sociali e comportamentali (incluso, ad esempio, il livello di istruzione).