La felicità è un fatto personale. E per salvaguardarla, è meglio non raccontarla a nessuno.

Una ricerca ha infatti dimostrato che essere felici è riservato a pochi eletti e quindi, per non essere esclusi, è meglio tenere l’immensa gioia per sé, perchè niente allontana di più gli altri di una persona felice.

Se si è appena tornati da un viaggio fantastico, ottenuto il lavoro dei sogni o si è in procinto di sposare l’amore della vita, è meglio non raccontarlo a nessuno, pena la disintegrazione della felicità stessa. Leggiamo su L’Huffington Post che secondo una ricerca pubblicata sulla rivista ‘Psychological Science’ raccontare agli altri le nostre esperienze straordinarie ha l’effetto di far sentire i nostri interlocutori ‘tagliati fuori’. Nessuno, in pratica, ha piacere di essere messo al corrente della felicità degli altri.

“”Quando otteniamo ciò che vogliamo, la prima cosa che sentiamo di fare è dirlo ai nostri amici – spiega Gus Cooney della Harvard University – ma ho notato che la conversazione in cui ci ‘vantiamo’ di qualcosa alla fine viene ricondotta, in un modo o nell’altro, ai soliti argomenti. Mi sono chiesto se queste esperienze straordinarie che raccontiamo possano avere più lati negativi che positivi per chi ci ascolta e se le persone si siano accorte di questo fenomeno”.

Da qui è nata l’idea della ricerca, condotta da Cooney insieme a Daniel T. Gilbert della Harvard University e Timothy D. Wilson della University of Virginia. “I partecipanti al nostro esperimento – spiegano gli autori dello studio – credevano erroneamente che l’esperienza straordinaria vissuta da loro li potesse rendere le ‘star’ della conversazione. Ma si sbagliavano, perché l’interazione si basa sulle somiglianze e aver avuto un’esperienza diversa li ha resi semplicemente distanti”.

Il test: 68 volontari sono andati nello studio di Cooney e i colleghi in gruppi di quattro. Ad un solo partecipante per ogni gruppo è stato chiesto di guardare un video interessante, recensito con quattro stelline, mentre agli altri tre è stato fatto vedere un video più scadente, con due stelle. Dopo aver visto i filmati, il gruppo si è riunito intorno ad un tavolo e ha parlato per cinque minuti. Coloro che avevano visto il video più bello, cioè quelli che avevano vissuto l’esperienza straordinaria e morivano dalla voglia di raccontarla agli altri,  hanno ammesso di essersi sentiti in disagio nella conversazione: si sentivano esclusi.

Nessuno nel gruppo sarebbe riuscito a prevedere un effetto simile: tutti i partecipanti, a cui è stato chiesto come si sarebbero sentiti nei panni di chi aveva vissuto la bella esperienza, si sono immaginati felici, mentre deliziavano gli altri con i loro racconti. Ma la realtà ha smentito le loro aspettative.

Secondo i ricercatori, a volte la scelta di raccontare o meno un bell’evento può essere fatale e compromettere i rapporti che abbiamo con gli altri. “Quando decidiamo di condividere una determinata cosa con qualcuno, pensiamo all’impatto che potrebbe avere sulla nostra interazione sociale – spiega Cooney – se proprio aver vissuto quell’esperienza ti fa diventare una persona che non ha nulla in comune con gli altri, beh, non importa quanto bella sia, non ti renderà felice a lungo”.

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