Piste ciclabili addio, ora arrivano gli “itinerari ciclabili”, studiati per favorire gli spostamenti casa-lavoro o scuola e non più inseriti quasi esclusivamente, come finora, in percorsi attraverso i parchi dedicati alla passeggiatina domenicale. È, ovviamente in sintesi, il senso di una nuova bozza di modifica della normativa stradale predisposta dall’Anci, l’associazione dei comuni italiani, in aggiunta a quella resa nota la scorsa settimana per la prossima modifica del Codice della Strada.

 

La bozza in questione, che l’agenzia di stampa Adnkronos ha anticipato ieri, entra nel dettaglio del decreto ministeriale che individua i criteri per la progettazione e la costruzione di nuove piste ciclabili, ormai risalente al ’99: la novità principale è che non si tratterà più di piste ma di “itinerari ciclabili”. Viene in sostanza proposta una maggiore promiscuità con la sede stradale “normale”, una minore ‘pesantezza’ infrastrutturale finora dovuta all’obbligo di separazione fisica tra strada e pista, e si introduce il principio di continuità: per esempio, viene cancellato dall’articolo 4 l’obbligo di interrompere il percorso ciclabile in presenza di passi carrai.
“I percorsi ciclabili su carreggiata stradale, in promiscuo con i veicoli a motore, sono ammessi -si legge nella bozza- per dare continuità alla rete di itinerari prevista dal piano della rete ciclabile, nelle situazioni in cui non sia possibile, per motivazioni economiche o di insufficienza degli spazi stradali, realizzare piste ciclabili. Per i suddetti percorsi è necessario intervenire con idonei provvedimenti che comunque puntino alla riduzione dell’elemento di maggiore pericolosità rappresentato dal differenziale di velocità tra le due componenti di traffico, costituite dai velocipedi e dai veicoli a motore”.
“Gli itinerari ciclabili possono essere utilizzati per esigenze prevalentemente legate alla mobilità lavorativa e scolastica quale sistema alternativo di trasporto per la risoluzione -si ribadisce nella bozza- dei maggiori problemi di congestione del traffico urbano”.
Un principio, quello dell’itinerario utile alle esigenze quotidiane e non solo destinato alla gita domenicale, ribadito in una successiva modifica dell’articolo 4: “i percorsi promiscui pedonali e ciclabili possono essere altresì realizzati, previa apposizione della suddetta segnaletica, su parti della strada esterne alla carreggiata destinata agli altri veicoli”, mentre in precedenza venivano previsti solo su marciapiedi o, appunto, parchi e giardini comunali.
La bozza prevede infine, nella progettazione e nel successivo calcolo del finanziamento necessario per la realizzazione degli itinerari, la “modifica o alla realizzazione ex novo di impianti semaforici e l’installazione di strumenti per il monitoraggio dei flussi di velocipedi”. (ADNKRONOS)

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia