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‘Non sa l’italiano’. Sindaco veneto nega cittadinanza

Nessun intento razzista, ho solo fatto il mio dovere: di fronte ad un cittadino di origini marocchine che non ha saputo proferire nemmeno tre parole in italiano, e soprattutto non capiva quello che stavo leggendo, non ho potuto che interrompere la cerimonia di giuramento per concedere la cittadinanza italiana’.

 Così Damiano Zecchinato (Lega), sindaco del comune di Vigonovo (Venezia) e presidente della Conferenza dei dieci comuni della Riviera del Brenta, spiega all’Adnkronos la sua decisione e ci tiene a ribadire con forza ”non ha nessuna volontà ‘punitiva’ nei confronti della persona. Gli ho anche chiesto se era emozionato e se voleva imparare a memoria la frase di giuramento ‘Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi, riconoscendo la pari dignità sociale di tutte le persone’, ma non c’è stato nulla da fare”.

 Il cittadino marocchino, 47 anni, da 21 in Italia, da 13 a Vigonovo, due figli, lavora regolarmente in un’azienda metallurgica della zona.

 Così, spiega il primo cittadino del comune veneziano, ”gli ho chiesto da quanto è in Italia, mi ha risposto che è da 21 anni nel nostro Paese. A quel punto, ho provato ad approfondire la vicenda: mi ha spiegato che in fabbrica parla l’arabo con i suoi colleghi, molti dei quali della stessa etnia, in casa e in famiglia anche, così come con i suoi pochi amici”.

 ‘Mi sono preoccupato – sottolinea il sindaco – perché questa totale mancanza di integrazione può essere pericolosa per sé e per gli altri: un qualsiasi inconveniente, piccolo incidente o una diatriba anche di poco conto potrebbe avere conseguenze spiacevoli a causa di questa totale mancanza di comprensione della nostra lingua”.

 ”A quel punto – spiega il sindaco di Vigonovo – ho interrotto la cerimonia e mi sono consultato al telefono con il vice prefettoAntonino Gulletta e ho deciso di rinviare la cerimonia di sei mesi, cioè fino a quando il marocchino avrà fatto un corso d’italiano e sarà in grado di leggere la lingua del paese dove vive”.

 ”Io non ce l’ho con lui, anzi, l’ho subito affidato ai servizi sociali e spero proprio che entro i prossimi sei mesi, data di scadenza del decreto di conferimento della cittadinanza riesca ad imparare l’italiano – assicura – ma ho voluto far scoppiare il caso perché a monte c’è un problema: la mancanza del rispetto della procedura da parte di prefettura e questura, enti preposti al controllo delle regolarità dell’ingresso dell’immigrato, sul soggiorno, la residenza, ma anche l’integrazione del soggetto tramite un colloquio, in cui si verifica la conoscenza della lingua italiana e dei principi fondamentali del nostro ordinamento, cosa che evidentemente non è stata fatta”.

 E il sindaco di Vigonovo lancia poi una denuncia: ”Ho fatto una verifica tra i miei colleghi sindaci e ho scoperto che in casi simili al mio si fa finta di niente e la prassi è che si procede per evitare problemi. Ma a me non sta bene – continua – la cittadinanza italiana per me è una cosa molto seria che prevede diritti e doveri e non si può dare con leggerezza”.

 In ogni caso, il primo cittadino del Comune veneziano assicura: ”Spero che in questi sei mesi l’uomo riesca ad imparare un po’ di italiano e così da parte mia non ci saranno problemi a concludere la cerimonia di conferimento della cittadinanza italiana”.

 (adnkronos)