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Museo Egizio di Torino, Sangiuliano: “Non conosco Greco ma è competente”

“Caro Direttore, quella egizia è stata una delle più rilevanti civiltà dell’antichità e ha intrattenuto con quella greca e romana, ma non solo, rapporti profondi e fecondi. E dunque per l’Italia avere il Museo Egizio di Torino, il più antico del mondo dedicato interamente alla cultura egizia e considerato da numerosi studiosi come il più grande e importante secondo solo a quello del Cairo, è un elemento di orgoglio che impreziosisce e qualifica il nostro patrimonio culturale a livello nazionale e internazionale. Quella di Torino è una grande realtà di valore, riconosciuta e apprezzata. La Fondazione Museo delle antichità egizie, chiamata a governare questa importante istituzione, sceglie in autonomia, secondo meccanismi normativi e statutari, il profilo più adatto a ricoprire la direzione. Non conosco personalmente il direttore Christian Greco, non ho avuto finora l’occasione di incontrarlo o di confrontarmi con lui, ma gode di ottima fama e in molti ritengono che abbia lavorato bene in questi anni. Di questo non posso che essere felice perché il mio obiettivo, da ministro della Cultura, è la valorizzazione e la tutela del nostro patrimonio, sanciti dalla Costituzione”. Inizia così la lettera che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha scritto a La Stampa sul caso del direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, che  i leghisti vogliono allontanare dal suo incarico.

“Chi ha l’onere e l’onore di amministrare in prima persona i numerosi enti culturali della nostra nazione deve farlo secondo criteri ispirati alla competenza, alla professionalità e alle conoscenze scientifiche che caratterizzano ciascun settore. Chi lavora seguendo questi criteri e ricopre il suo incarico con rigore e professionalità avrà sempre il mio rispetto e potrà contare sulla massima collaborazione da parte del ministero. Il direttore Greco- prosegue Sangiuliano- è un apprezzato egittologo, non ha decifrato la Stele di Rosetta come ha fatto il grande Jean Francois Champo Ilion, ma ha lavorato con impegno e risultati. E potrà continuare a farlo fin quando la Fondazione che lo ha chiamato deciderà che è lui il più adatto. Nei suoi confronti non c’è alcun pregiudizio, nè tanto meno è in corso una minacciosa campagna, con annesse liste di proscrizione, per ‘cacciarlo’ dal Museo. Il merito, e non le appartenenze politiche, saranno sempre la bussola per le nostre scelte, a differenza di quello che abbiamo visto in passato”.

E ancora: “L’assessore regionale piemontese Maurizio Marrone, amico e persona di grande qualità, sensibile alle questioni culturali e col quale collaboro con grande profitto, e che non ha certo bisogno di me per essere difeso, ha riconosciuto le doti manageriali di Greco, non ha evocato nessuna ‘epurazione’ e si è limitato a ricordare la vicenda del professor Francesco Tiradritti, vittima di una ingiusta esclusione dal Cda della Fondazione. Nulla di più. E sarebbe bastato leggere le sue parole invece di affidarsi ai commenti di parte. Per questo- così ancora il ministro- sono veramente stupito dalla bolla mediatica che determinati osservatori e forze politiche stanno ideologicamente portando avanti, forse con l’obiettivo di ottenere un ritorno politico. Il Museo Egizio è troppo importante per essere impantanato in polemiche di bassa cucina politica: il ministero della Cultura assicurerà sempre massima collaborazione e lavorerà con la Fondazione per valorizzarlo e per renderlo sempre più attrattivo. Così come ha fatto per un’altra eccellenza che si trova nel capoluogo piemontese: i Musei Reali di Torino, che il governo Meloni ha deciso di inserire tra quelli di prima fascia, ovvero di rilevante interesse nazionale e dotati di autonomia speciale”. Una scelta, conclude il ministro, “condivisa con il presidente della Regione Cirio e il sindaco di Torino Lo Russo, di cui siamo orgogliosi. E che rappresenta uno dei tanti tasselli del nostro impegno per dare al patrimonio culturale di Torino e del Piemonte quel risalto che meritano“.

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