Lunedì 2 settembre sarà una giornata importante per il nuotatore italiano, che sarà impegnato alla Defense Arena nelle batterie dei 100 metri rana, in acqua alle ore 11:04. Se riuscirà a qualificarsi per la finale Bortuzzo tornerà in vasca nel pomeriggio, esattamente alle 18:14. Il suo rivale principale è il colombiano Moises Fuentes Garcia, tre volte medaglia paralimpica.
La storia di Manuel Bortuzzo è quella di un giovane talento che ha saputo trasformare un tragico evento in un simbolo di resilienza e determinazione. A 25 anni, il nuotatore triestino torna sotto i riflettori nazionali, questa volta non solo per la sua incredibile forza d’animo, ma anche per il talento e la dedizione che lo stanno portando a rappresentare l’Italia ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024.
Gli inizi di una promessa
Nato a Trieste il 3 maggio 1999, Manuel Bortuzzo ha mostrato sin da bambino una doppia passione: la musica e il nuoto. A sei anni ha iniziato a suonare la batteria, ma è stato in piscina che il giovane ha subito mostrato un talento straordinario. Dominava le competizioni giovanili, conquistando numerosi titoli regionali e nazionali nelle distanze del mezzo fondo, come i 400 e i 1500 metri stile libero. Nel 2015, Bortuzzo ha infranto il record italiano nella categoria Ragazzi sui 3000 metri, superando una stella del calibro di Gregorio Paltrinieri.
Le sue prospettive erano più che rosee: il giovane nuotatore era stato selezionato per il prestigioso progetto “Road to Tokyo 2020” e si era trasferito al Centro Federale di Ostia per allenarsi con campioni olimpici come Paltrinieri e Gabriele Detti. “È come se prendessi un ragazzo che gioca a calcio e lo mettessi ad allenarsi con Cristiano Ronaldo e Messi,” ha ricordato Bortuzzo in un’intervista a Olympics.com. Il sogno olimpico sembrava a portata di mano.
La notte dell’aggressione
Il 3 febbraio 2019, la vita di Manuel Bortuzzo ha subito un cambiamento drammatico. Mentre si trovava fuori da un pub nella periferia di Roma, è stato colpito alla schiena da un proiettile. Un colpo sparato per errore, frutto di uno scambio di persona, che gli ha causato una lesione spinale, paralizzandolo dalla vita in giù.
L’aggressione ha distrutto i suoi sogni di partecipare ai Campionati del Mondo del 2019, ma non ha spezzato il suo spirito. Bortuzzo è sopravvissuto all’attacco per pochi millimetri, evitando danni letali, ma la sua vita è stata irrimediabilmente cambiata.
Dopo l’aggressione, i mesi successivi sono stati tra i più difficili per Bortuzzo. Inizialmente, ha affrontato la sua nuova condizione con un atteggiamento quasi ingenuo, sperando di tornare presto in piscina e gareggiare. “Dicevo ai compagni che in due mesi sarei tornato a sfidarli in un 50sl,” ha ricordato. Tuttavia, la realtà della sua condizione gli è apparsa chiara la prima volta che è tornato in acqua. “Tornare in acqua – ha detto – mi ha proprio sbattuto in faccia la realtà della mia condizione.”
La consapevolezza della sua nuova vita ha segnato l’inizio di un lungo e difficile percorso, soprattutto dal punto di vista mentale. Invece di puntare subito alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, Bortuzzo ha capito che il nuoto non era ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Aveva bisogno di tempo per concentrarsi su se stesso e imparare a vivere la sua nuova quotidianità.
Parigi 2024: un nuovo capitolo
Oggi, Manuel Bortuzzo si presenta ai blocchi di partenza con una nuova consapevolezza. Dopo anni di riabilitazione fisica e mentale, il nuotatore triestino è tornato a competere, pronto a rappresentare l’Italia ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. Non è solo la sua straordinaria capacità atletica a catturare l’attenzione, ma anche la sua storia di resilienza, che ispira milioni di persone.
La strada per Parigi non è stata facile, ma Bortuzzo ha dimostrato di essere più forte di qualsiasi avversità. Ogni bracciata è un tributo al talento, alla determinazione e alla volontà di non arrendersi mai. Gli italiani lo seguiranno con orgoglio, sapendo che Manuel Bortuzzo è molto più di un campione: è un simbolo di speranza e di rinascit