Oltre 800 mila persone finite sotto la lente delle cyberspie, secondo quanto sta emergendo dall’indagine della Dda di Milano: imprenditori, manager, politici, persino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono stati tra i nomi “ricercati” nella banca dati Sdi, il sistema di indagine in uso alla forze dell’ordine, reso vulnerabile da un’attività di dossieraggio facente capo ad Equalize, società di investigazione milanese. Ma cosa cercavano le cyberspie?
LA BANCA DATI “SISTEMA DI INDAGINE”
L’istituzione della Banca Dati S.D.I. (sistema di indagine) risale all’ anno 1981, con la creazione del “Sistema di Indagine Informatico Interforze” nel quale far confluire, quasi in tempo reale, tutte le informazioni ritenute utili per la sicurezza e l’ordine pubblico rilevate dalle diverse forze dell’ordine operative sul territorio. Si va dalle notizie relative ad attività di vigilanza e controllo (su strade, mari, locali, bar, esercizi pubblici, ecc.), alle risultanze da sentenze o procedimenti giudiziari, tanto quelle desunte da atti di polizia giudiziaria svolte a iniziativa o in esecuzioni di ordini del tribunale o della Procura della Repubblica, come l’arresto in in flagranza, per esempio.
Nel data base inoltre si possono trovare anche le segnalazioni utili per individuare alcuni soggetti, in particolare quelli indicati come socialmente pericolosi: caratteristiche, soprannomi, vari alias, armi, auto, documenti, passaporti, frequentazioni di persone e/o locali, alloggi privati e pubblici. E ancora, accedendo alla Banca Dati S.d.i., l’ operatore autorizzato può collegarsi ed accedere ad altre banche dati: motorizzazione, Aci, ufficio anagrafe, ed altre, utili e necessarie per il controllo della persona e del territorio. Possono anche essere acquisite informazioni relative ad operazioni o posizioni bancarie, nei limiti richiesti da indagini di polizia giudiziaria e su espresso mandato dell’autorità giudiziaria.
L’accesso ai dati e alle informazioni sono consentiti- tramite password- agli ufficiali di polizia giudiziaria appartenenti alle forze di polizia, agli ufficiali di pubblica sicurezza e ai funzionari dei servizi di sicurezza, nonché agli agenti di polizia giudiziaria delle forze di polizia debitamente autorizzati ed all’autorità giudiziaria ai fini degli accertamenti necessari per i procedimenti in corso. La consultazione viene tracciata dal sistema ed i dati devono essere esclusivamente utilizzati per le ragioni di servizio indicate dalla stessa legge.
Data l’ampia di portata di informazioni inserite nel Sid, sono davvero numerosi i cittadini “censiti”, anche solo per una multa non pagata, per citare il caso più banale A volte si viene a sapere di esserci finiti appunto solo dopo un controllo stradale, quando un agente ci informa che c’è un’iscrizione a nostro carico. In realtà questi dati possono essere rivelati- solo- al diretto interessato anche nel rispetto del suo diritto alla difesa. Parimenti, un creditore, un datore di lavoro, un cittadino qualsiasi invece non può accedere al sistema interforze.
COME SAPERE SE SI È SCHEDATI NEL SDI?
Facendo una semplice ricerca su Internet, si scopre che alcuni studi legali offrono un servizio on line a pagamento (di circa 75 euro) per interrogare la banca dati interforze CED SDI del ministero dell’Interno e scoprire se è presente una segnalazione negli archivi delle forze di polizia per una notizia di reato a nostro carico. Ma è anche possibile il “fai da te”: basta scaricare dei moduli- recuperabili sempre on line- da compilare o semplicemente presentare richiesta scritta, allegando fotocopia dei propri documenti di identità. Quindi si può far arrivare la richiesta in tre modi: con posta (preferibilmente raccomandata) da spedire alla Direzione Centrale della Polizia Criminale/Ufficio Tecnico Giuridico e Contenzioso – via Torre di Mezzavia, n. 9/121 – 00173 Roma, con posta elettronica certificata (Pec) all’indirizzo dipps.dcpcufficiocontenzioso@pecps.interno.it, infine presentando manualmente la domanda presso gli uffici territoriali delle forze di polizia. Questi provvederanno a trasmettere la richiesta alla Direzione centrale della polizia criminale. Per la risposta sono previsti 30 giorni da parte dell’Ufficio.
In ogni caso, per maggiori informazioni, si può contattare il servizio di call center banca dati delle forze di polizia al numero telefonico 06.465.42160 (orari di servizio dal lunedì al giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.30 alle 17.30 ed il venerdì dalle ore 10.00 alle 12.30, esclusi i festivi).