Il Veneto detiene circa 70 miliardi di euro nel “magazzino fiscale”, una somma di tasse non pagate negli ultimi 25 anni. Emerge da una inchiesta del Corriere del Veneto. La regione ha un debito pro capite di 14.599 euro, inferiore a molte altre regioni italiane, ma più alto rispetto ad alcune vicine come Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Tuttavia, questi numeri non riflettono la realtà di tutti i veneti, alcuni dei quali non hanno debiti o ne hanno di molto più alti.
La proposta della Lega per la “rottamazione decennale delle cartelle” mira ad agevolare il pagamento dei debiti fiscali per chi è in difficoltà economica, escludendo gli evasori. La rottamazione prevede la possibilità di saldare il debito con l’Agenzia delle Entrate in 120 rate, senza sanzioni né interessi, ma con la condizione che il contribuente non salti più di otto rate. Il costo per lo Stato sarebbe elevato, con una perdita prevista fino al 2028, ma le prime quattro rottamazioni hanno raccolto meno del previsto.
In Veneto e Friuli Venezia Giulia, la percentuale di contribuenti che paga regolarmente l’Imu e la Tari è elevata, ma la percentuale di multe pagate è più bassa. Il sistema della rottamazione prevede una revisione delle cartelle esattoriali, eliminando quelle che non possono essere riscosse e facendo uno stralcio dei crediti più piccoli per le famiglie e le imprese in difficoltà.
Salvini sostiene fortemente la rottamazione, vedendola come un modo per aiutare milioni di italiani onesti. La Lega afferma che quasi la metà delle cartelle riguarda debiti inferiori a mille euro e solo l’1,3% supera i 500.000 euro. Tuttavia, alcuni alleati della Lega, come Forza Italia, spingono per una riduzione dell’Irpef per i redditi medio-bassi, anche se sono disposti a negoziare sulla rottamazione.
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