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“La Polizia Locale deve diventare concime”, il leone da tastiera finisce sotto processo

 Lo ripetiamo costantemente anche ai lettori della nostra testata giornalistica che facebook ed i social non sono una latrina, uno sfogatoio, dove poter dire tutto quello che si vuole. Se insulti qualcuno nella vita reale ne paghi le conseguenze. E’ la stessa identica cosa sulla rete, con l’aggravarsi della situazione se lo fai pubblicamente. Sono migliaia e migliaia le cause di tribunale per questi reati, che se commessi attraverso la rete, possono costare carissimo così come è accaduto ad un cittadino veneto che è finito sotto processo per aver insultato la Polizia Locale e non solo. Quello che per qualcuno era un semplice “sfogo” sui social lo ha trascinato in un’aula di giustizia dove è in corso la fase dibattimentale. L’imputato, difeso dall’avvocato Lorenzo Toso, come riportato da diversi quotidiani veneti, si sarebbe scagliato contro la Polizia Locale responsabile, durante la prima fase della pandemia, di averlo sanzionato per il mancato rispetto delle stringenti misure anti assembramento allora disposte. Ora si trova sotto processo con la pesante ipotesi di reato di istigazione a delinquere.

 I fatti si sono svolti nel 2020, appena dopo il  lockdown, quando, su facebook e con una leggerezza che denota che non conosci nemmeno il minimo delle regole del vivere civile basico, l’imputato avrebbe commentato con toni pesanti il controllo fatto al locale arrivando ad auspicare l’eliminazione fisica degli agenti della Polizia locale, ed eventuale loro impiego come concime organico. Come riporta il Gazzettino, che sta seguendo la vicenda, l’uomo ha rivolto pesanti affermazioni sulle quali il comando della Polizia locale di Rovigo non ha sorvolato decidendo di procedere con una denuncia. Come fanno molti, quando sono stanchi di essere bersagliati sui social non rispettando le regole. E spesso scattano risarcimenti economici da capogiro nei confronti di questi leoni da tastiera che dimostrano di non conoscere il confine tra la critica e l’offesa.

‘Diffamazione aggravata sui social anche senza i nomi dei destinatari’ – AltoVicentinOnline