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Inquinamento elettromagnetico. ‘In Veneto occorre campagna informazione’

“E’ lo stesso Istituto Superiore di Sanità a dire come sia necessaria la sensibilizzazione di genitori e bambini per un utilizzo responsabile del telefono cellulare. Questo per limitare sin dall’età infantile ogni abuso e dipendenza da No-mobile-phone fobia, depressione, aggressività, ansia…, ma in primo luogo per ridurre i rischi legati agli effetti cancerogeni derivati da un utilizzo sconsiderato.  Malgrado ciò in Veneto la consapevolezza dei rischi e delle buone pratiche di tutela preventiva della salute non sembrano sufficientemente consolidate, in particolar modo nei contesti familiari ed in relazione all’eccessiva esposizione all’elettrosmog dei minori. Serve attivarsi in maniera più capillare ed incisiva”.

La presa di posizione dei consiglieri regionale del Coordinamento Veneto 2020 – Guarda (CpV) Bartelle (IiC)  Ruzzante (LeU) presentando una mozione sottoscritta anche dai colleghi Ferrari (CpV), Azzalin Bigon Salemi Zanoni (PD), Baldin Berti Brusco Scarabel (M5S), Bassi (CDV) Conte (FI-VpA) e Guadagnini (SV).

“C’è peraltro una sentenza del Tar del Lazio di pochi mesi fa – si legge in una nota congiunta a fiorma Guarda, Bartelle, Ruzzante –  che interviene sul tema dell’inquinamento elettromagnetico e impone l’obbligo per i Ministeri dell’Ambiente, della Salute, dell’Istruzione, Università e Ricerca, di realizzare una campagna informativa rivolta alla intera popolazione avente come oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile (telefoni cellulari e cordless) e l’informazione sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi ad un uso improprio di tali apparecchi. Riteniamo  che anche la Regione Veneto debba urgentemente rafforzare un’attività informativa e formativa sull’argomento, in forza del suo ruolo di prevenzione sanitaria e sociale”.

Di qui l’impegno cui viene richiamata la Giunta regionale dalla mozione, ovvero quello di attivare una capillare ed approfondita campagna informativa che coinvolga le scuole, i medici e in particolare i pediatri, i genitori e i minori, per diffondere le buone pratiche per l’uso dei dispositivi mobili e per informare sugli effetti dovuti alla sovraesposizione ai campi elettromagnetici da essi prodotti, con riferimento sia alle aree private che pubbliche”.

Comunicato Stampa