Negli ultimi anni i pazienti afferenti al Pronto soccorso sono stati oggetto di un progressivo aumento numerico, cui si è affiancato un incremento del ricorso al reparto d’urgenza per patologie croniche e per casi complessi.
Tuttavia, il numero dei letti ospedalieri disponibili per i ricoveri non è aumentato tanto da poter accogliere tutti i casi meritevoli. Ciò che ne consegue è che sempre più il Pronto soccorso si trasforma in un vero e proprio reparto di degenza , mantenendo però inalterato il suo organico e rischiando di veder completamente snaturata la propria mission assistenziale .
A tutto ciò va inoltre aggiunto il flusso dei pazienti “standard” presso il reparto, il quale a volte può subire dei picchi vertiginosi in determinati giorni della settimana o in alcune fasce orarie giornaliere.
In letteratura, questo fenomeno viene definito sovraffollamento (o crowding ), la cui definizione è stata data nel 2006 dall’American College of Emergency Phisicians, secondo cui il crowding si verifica quando “le necessità identificate nei servizi di emergenza superano le risorse disponibili per la cura dei pazienti presenti nel dipartimento di emergenza”.
Tale situazione si distingue dalla maxiemergenza , condizione nella quale un alto numero di pazienti (generalmente superiore a 20) si presenta in Pronto soccorso in un breve lasso di tempo per causa dello stesso evento.
Conseguenze negative del sovraffollamento del Pronto soccorso
Le principali conseguenze negative del sovraffollamento coinvolgono in primo luogo il paziente; oltre a lui, però, a risentirne è anche il personale e l’ospedale stesso.
Conseguenze del sovraffollamento del PS sul paziente
Incremento degli eventi avversi : il sovraffollamento rappresenta la circostanza durante la quale si verificano la maggior parte degli eventi avversi, ovvero eventi di particolare gravità, potenzialmente evitabili, che possono comportare morte o grave danno al paziente e che determinano una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del Sistema Sanitario.
Ridotta soddisfazione : durante questo particolare momento l’esperienza del paziente in Pronto soccorso può non essere positiva, in quanto l’utente si trova inserito in un contesto caotico nel quale può avere la percezione di disorganizzazione. Il personale, inoltre, dedica la sua attenzione durante questo delicato periodo all’assistenza dei pazienti maggiormente critici, ritardando inoltre il dare informazioni agli utenti e/o ai loro familiari.
Ritardo nei trattamenti : numerose sintomatologie tempo-dipendenti (IMA , trauma , ictus , sepsi , ecc.) possono subire un ritardo nel tempestivo trattamento necessario per ottenere outcome favorevoli. Oltre a ciò, anche i pazienti che si presentano per codici minori, ma che sono sofferenti per dolore possono subire inevitabili ritardi nel trattamento, dovuti al fatto che il personale si stia concentrando sui pazienti con codice di gravità maggiore.
Ritardo nei trasferimenti : la presenza di numerosi pazienti può ritardare il trasferimento e l’accompagnamento degli stessi nelle aree afferenti al Pronto soccorso (radiologia, reparti di degenza, espletamento delle consulenze specialistiche, ecc.). Allo stesso tempo, si può verificare un notevole ritardo nelle dimissioni a domicilio tramite ambulanza dovuto all’elevato numero degli stessi a fronte di un organico e risorse costanti.
Aumento degli abbandoni : le attese prolungate possono indurre il paziente ad abbandonare il Pronto soccorso prima delle cure o prima della dimissione. Ciò comporta un elevato dispendio di risorse ed energie, le quali sono state dedicate a pazienti che poi non hanno concluso il loro iter diagnostico-terapeutico.
Diminuzione della privacy : la presenza di più pazienti nella stessa area, oltre a comportare un notevole disagio per il paziente, può favorire da parte sua un’omissione nel fornire informazioni importanti circa il suo stato di salute che possono inficiare il percorso di diagnosi e cura.
Conseguenze del sovraffollamento del PS sul personale
Episodi di violenza : il clima di tensione che consegue al sovraffollamento può esercitare una forte pressione emotiva sugli utenti, la quale può sfociare in aggressioni verbali e fisiche .
Ridotta gratificazione : lavorare in questo clima può comportare nel personale una riduzione della gratificazione, dovuto al fatto che non si lavori secondo i propri standard e aspettative. Tutto ciò fa risultare ancor più pesante e pressante esercitare le proprie funzioni durante il turno lavorativo.
Incremento del burnout : il sovraffollamento può comportare nel professionista sanitario frustrazione derivante dalla consapevolezza di non poter garantire la privacy e l’assistenza necessaria agli utenti, ridotta gratificazione sul lavoro, rabbia e depressione. Tutte questa sono premesse per un elevato indice di burnout .
Conseguenze del sovraffollamento del PS sull’organizzazione
Dirottamento delle ambulanze : in base ai protocolli adottati da ciascuna Unità Operativa può essere disposto il dirottamento delle ambulanze entranti presso altri ospedali per quanto riguarda i codici minori. Questo comporta un aumento dei tempi di percorrenza , con maggior utilizzo del mezzo e, dunque, la riduzione della sua disponibilità per soccorrere altri pazienti sul territorio.
Non disponibilità di ambulanze per le urgenze : quando il numero di pazienti in Pronto soccorso è elevato, l’equipaggio del 118 che accede al PS per affidare il paziente al personale del reparto può vedersi trattenuta la propria barella, dove il malato rimane allocato e sulla quale inizia il proprio iter di Pronto soccorso. Questo comporta il blocco del mezzo e ne impedisce dunque la disponibilità per nuovi interventi di soccorso.
Aumento del contenzioso legale : l’aumento degli eventi avversi o degli eventi sentinella può comportare un aumento dei conteziosi legali nei confronti della struttura sanitaria, con inevitabile aumento dei costi per la loro gestione.
A cura della redazione di Nurse24.it