In Italia crescere un figlio diventa ogni anno più costoso, con una spesa media che si aggira attorno ai 175.000 euro fino al raggiungimento della maggiore età. Un dato in aumento, che si scontra con una realtà sociale in cui le famiglie si trovano a fare i conti con una sempre maggiore difficoltà economica, ma anche con una crescente scelta di non avere figli. Nonostante ciò, la cifra italiana appare ancora inferiore rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti, dove il costo per una famiglia con reddito medio per crescere un figlio supera i 310.000 dollari.

Secondo uno studio condotto dalla Brookings Institution, negli Stati Uniti una famiglia spende oltre 310.000 dollari per crescere un figlio fino ai 17 anni, una cifra che si abbassa a 233.610 dollari secondo le stime del Dipartimento dell’Agricoltura. Un confronto che evidenzia come, nonostante la crescente spesa in Italia, il nostro Paese si colloca ancora su una scala inferiore rispetto ad altre realtà occidentali.

In Italia, infatti, il costo medio annuo per crescere un figlio si aggira attorno ai 7.000 euro. Le spese variano sensibilmente con l’età: fino ai tre anni, un bambino comporta un esborso che può oscillare tra i 10.000 e i 25.000 euro; dai 4 ai 5 anni la cifra sale tra i 10.000 e i 27.000 euro. Durante le scuole elementari, le famiglie si trovano a spendere dai 28.000 ai 48.000 euro, mentre tra i 12 e i 18 anni il costo aumenta ulteriormente, arrivando tra i 45.000 e i 74.000 euro.

Il primo anno

Il primo anno di vita di un bambino, tuttavia, resta il più oneroso per le famiglie italiane. Oltre ai costi legati alla preparazione per la nascita – che variano tra i 5.600 e i 19.300 euro – ci sono anche le spese mediche, che, sebbene siano largamente coperte dal Sistema Sanitario Nazionale, possono subire un aumento qualora una coppia decida di rivolgersi a strutture private per alcune visite e interventi.

I “Dink” e il fenomeno delle coppie senza figli

Nel contesto di un aumento dei costi legati alla crescita dei figli, in Italia si sta affermando un altro fenomeno: quello dei “Dink”, acronimo di “Double Income, No Kids” (doppio reddito, senza figli). Il termine, coniato negli anni Ottanta, si riferisce a coppie che scelgono di rinviare o addirittura evitare la genitorialità, privilegiando la carriera professionale e il benessere economico. Questo stile di vita sembra riscuotere particolare interesse tra i giovani, che vedono nel modello Dink una via per dedicarsi a progetti personali e professionali, spesso in risposta anche a preoccupazioni legate all’ambiente e alla sovrappopolazione.

Il fenomeno sembra essere in crescita, soprattutto tra le coppie più giovani, che scelgono di non avere figli per godere di una maggiore libertà economica e di tempo libero. In alcuni casi, dietro questa decisione ci sono anche motivazioni ideologiche, come l’ambientalismo e la consapevolezza dei limiti delle risorse del pianeta.

Un Futuro con sempre meno nascite

Il calo delle nascite in Italia, già evidente da alcuni anni, è destinato a continuare, se non addirittura ad accelerare. Secondo i dati dell’Istat, nel luglio 2024 si è registrato un calo delle nascite del 3,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La media di figli per donna è scesa ulteriormente, passando da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2024, un dato che segna un ulteriore allontanamento dall’obiettivo di sostituzione della popolazione.

Le previsioni per i prossimi decenni non sono affatto rosee. Se il trend attuale continuerà, nel 2045 le coppie senza figli potrebbero superare quelle con bambini, un segnale preoccupante per la demografia del Paese e per il suo futuro economico e sociale.

 Il Dilemma delle Famiglie Italiane

In un’Italia in cui il costo della vita è in costante aumento, la scelta di avere figli è sempre più complessa e spesso influenzata dalla situazione economica. Le famiglie si trovano a dover scegliere tra il desiderio di genitorialità e le necessità legate alla carriera, alla stabilità finanziaria e alle nuove dinamiche sociali.

Il fenomeno dei Dink è solo uno dei segni di un cambiamento più profondo che sta investendo la società italiana, una società che sembra non riuscire a trovare il giusto equilibrio tra il desiderio di una famiglia numerosa e le difficoltà legate alla sua crescita.

 

 

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