Stanno fioccando migliaia di denunce alla polizia locale perché non si tratta di critiche, proteste o dissaccordi dai toni accesi. Quello che ha scatenato è vera e propria violenza, che da dietro una tastiera sa diventare spaventosa. L’annuncio dell’accordo per il vaccino anti-Covid sottoscritto dall’Italia ha provocato le reazioni sui social dei no vax che, a partire dal post del ministro della Salute Roberto Speranza, sono intervenuti con toni anche forti e personali.
Migliaia i commenti sull’opportunità dell’acquisto: presunta mancanza di sicurezza dei vaccini, inutilità del loro utilizzo perchè la crisi sarebbe finita, interessi delle multinazionali del farmaco.
Temi cari al movimento che si oppone alle immunizzazioni e che ora attacca personalmente Speranza e la sua famiglia. Insulti contro i quali i deputati del Pd hanno espresso solidarietà al ministro ‘oggetto di gogna social’. «Saremo sempre dalla parte di scienza e sapere e contro la cultura dell’odio», hanno scritto i Dem in un post che riceve migliaia di sostegni.
Cosa è successo
AGI – “Il vaccino lo paga lo Stato verrà distribuito gratis a cominciare dalle classi più a rischio”. Lo ha detto il ministro Roberto Speranza, in una intervista al Corriere della Sera. “Stiamo parlando del vaccino più avanti di tutti – spiega – la cui sperimentazione sull’uomo è partita ad aprile. Un pezzo significativo del processo produttivo si realizzerà da noi, grazie a due importanti realtà di Pomezia e Anagni”.
L’Italia è nel gruppo di testa, fra i paesi che devono gestire il vaccino. Abbiamo bloccato un numero molto alto di dosi per poterle condividere con gli altri paesi europei. Il vaccino è un diritto di tutti, non un privilegio di pochi”. Al Corriere Speranza ha spiegato che “abbiamo fatto un passo importante per assicurare che la Ue non resti schiacciata tra i giganti Cina e USA, che giocano una partita epocale. Ma il mio atteggiamento resta quello della prudenza. La svolta vera vera ci sarà quando l’agenzia europea per i medicinali darà il via libera”, ha detto ancora il ministro.
Quanto a una possibile seconda ondata in autunno, Speranza ha dichiarato: “Stiamo già lavorando per essere pronti non dobbiamo mai pensare che il nemico sia vinto”. “I dati sono incoraggianti, la direzione giusta, ma finché il vaccino non sarà disponibile il rischio che il virus riparta va sempre considerato. Non finirò mai di raccomandare massima cautela”, ha aggiunto. Sul rifare tutto, il ministro ammette, “non lo so sinceramente. Ci sarà modo di ragionare su tutto e lo faro’ con la massima serietà. Quel che è certo è che ho sempre agito avendo a cuore la salute e la vita delle persone”.
Esprimiamo totale solidarietà al Ministro della Salute Roberto Speranza per i beceri e violenti attacchi di cui è vittima in questi giorni in merito all’accordo raggiunto dal nostro governo per la produzione delle dosi di vaccino contro il Covid-19 necessarie per evitare il ripetersi dell’epidemia nel nostro Paese.
Al Ministro va la nostra solidarietà non solo per il carattere personale degli insulti e delle minacce di cui è oggetto ma perché le critiche rivoltegli non riguardano il merito dell’operazione (l’azienda interessata, il tipo di contratto, i costi…) ma sono solo espressione della vulgata “antivaccinista” che era scomparsa dai radar sia del dibattito politico che delle polemiche sui social network nel periodo in cui più acuto è stato il contagio da Covid-19.
Mentre in Italia e nel mondo più duramente si lottava contro la pandemia e tanti scienziati erano impegnati proprio nella ricerca per l’individuazione di un vaccino, gli “antivaccinisti” da tastiera avevano perso la voce che diffondeva anche nel recente passato le loro strampalate “teorie” pseudo-scienticihe e complottiste. Tornano alla ribalta adesso, affiancando al “no-vax” il “no-mask”, entre l’epidemia scema e con essa la paura per la salute.
In questo momento ci piacerebbe che a esprimere solidarietà al ministro Speranza e a dissociarsi nettamente da qualunque sproloquio “antivaccinista” fossero anche le forze e gli esponenti politici che prima della pandemia strizzavano l’occhio a queste posizioni, in funzione elettorale. E vorremmo che ne prendesse le distanze anche chi oggi governa il Veneto e non ha mancato, sempre in un passato ancora recente, di criticare l’obbligo vaccinale.