Solo il 9% degli italiani crede che la scuola garantisca uguaglianza di opportunità per tutti gli studenti. La maggior parte (54%) pensa che l’istruzione ci riesca solo in parte, mentre un terzo (33%) è convinto che non ci sia alcuna parità di opportunità. Questi sono i risultati dell’indagine “Adolescenti in Italia: che cosa pensano gli under 18 e cosa dicono gli adulti”, realizzata dall’Istituto Demopolis e promossa dall’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
L’indagine non si limita a evidenziare la percezione di una disuguaglianza nell’accesso alle opportunità scolastiche, ma mette in luce anche una crescente disillusione nei confronti della scuola stessa. Solo il 37% degli adolescenti considera l’istruzione una delle cose più importanti della propria vita, e addirittura solo il 5% si rivolgerebbe a un insegnante per parlare di un problema personale. In altre parole, gli studenti non vedono più la scuola come un punto di riferimento né come un veicolo per migliorare la propria condizione sociale. Un dato che pone in discussione il ruolo che la scuola dovrebbe avere come ascensore sociale, capace di offrire opportunità a tutti, indipendentemente dalla propria provenienza.
Il distacco tra gli adolescenti e l’istituzione scolastica si amplifica ulteriormente quando si guarda alla distanza tra le generazioni. Più della metà degli adolescenti (58%) ritiene che gli adulti, in generale, non comprendano i giovani. Una critica che si estende anche ai genitori, che spesso non riescono a comprendere la realtà vissuta dai figli: il 49% degli intervistati sostiene che i genitori non capiscano che vivono in un’epoca diversa dalla loro, mentre il 41% lamenta che gli adulti non comprendano i loro pensieri, le loro idee e le loro priorità.
Anche il tema della tecnologia, che spesso viene visto come una minaccia da parte degli adulti, evidenzia il divario tra generazioni. Mentre l’84% dei genitori considera il web, smartphone e tablet una possibile fonte di dipendenza, solo il 22% degli adolescenti condivide questa preoccupazione. Inoltre, sebbene i genitori affermino di conoscere cosa fanno i figli online (84%), più del 70% degli adolescenti dice che i propri genitori non sono a conoscenza delle loro attività virtuali. Lo stesso divario emerge anche quando si parla delle amicizie: l’84% dei genitori dice di conoscere gli amici dei propri figli, ma solo il 42% degli adolescenti conferma questa affermazione.
Tuttavia, nonostante la crescente diffusione della tecnologia, i giovani sembrano preferire le relazioni faccia a faccia. Ma le opportunità di socializzazione sono limitate: quattro adolescenti su dieci non praticano attività fisiche o sportive, e meno di un quinto partecipa ad attività artistiche, musicali o teatrali. Questo evidenzia come, al di là delle potenzialità della rete, le relazioni interpersonali restano fondamentali, ma oggi non sono così facilmente accessibili.
Secondo Marco Rossi Doria, presidente di Con i Bambini, il futuro del Paese dipende dal fatto che si investa sui bambini e i ragazzi. L’indagine, presentata il 20 novembre durante la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ha messo in luce come il sistema educativo, così com’è, non riesca a rispondere alle reali necessità dei giovani. Per invertire questa tendenza, è necessario orientare le politiche pubbliche a favore di un’istruzione più inclusiva e in grado di rispondere alle sfide del presente, dando a tutti i giovani le stesse opportunità di crescita e sviluppo.
Fonte: Istituto Demopolis, “Adolescenti in Italia: che cosa pensano gli under 18 e cosa dicono gli adulti”, indagine promossa da Con i Bambini