In alcune città d’Italia, come Venezia, i sindaci emettono delle ordinanze per vietarne l’uso. Alcune pazioni li hanno aboliti da tempo e molti non sanno ancora e li usano tranquillamente.
Colorati, leggeri e simbolo di allegria, i coriandoli sono protagonisti di Carnevale e di molte celebrazioni. Tuttavia, dietro la loro apparente innocenza si nasconde un problema ambientale non trascurabile. Questi piccoli frammenti, spesso realizzati in plastica, si disperdono nell’ambiente e impiegano molto tempo a degradarsi, contribuendo all’inquinamento e rappresentando una minaccia per la fauna e la salute umana.
Molti coriandoli, soprattutto quelli in plastica, sono difficili da smaltire. Una volta dispersi, possono finire nei corsi d’acqua e nei terreni, trasformandosi in microplastiche che entrano nella catena alimentare. Gli animali possono ingerirli accidentalmente, con conseguenze potenzialmente gravi per la loro salute. Oltre al danno ambientale, i coriandoli possono costituire un rischio anche per la salute umana. L’inalazione accidentale di quelli in plastica è pericolosa, soprattutto per i bambini. Inoltre, i coloranti chimici utilizzati nella loro produzione potrebbero avere effetti nocivi se ingeriti accidentalmente o dispersi nell’ambiente.
Per ridurre l’impatto ambientale, esistono soluzioni più ecologiche, come coriandoli in carta riciclata o biodegradabile. Alcune aziende propongono anche alternative a base di semi di fiori, che possono trasformarsi in nuove piante una volta dispersi. Optare per queste soluzioni permette di preservare l’ambiente senza rinunciare al divertimento.
L’uso dei coriandoli potrebbe sembrare un gesto innocuo, ma il loro accumulo nell’ambiente rappresenta un problema concreto. Sensibilizzare sull’uso di alternative sostenibili e ridurre il consumo di materiali non biodegradabili è un passo necessario per la tutela dell’ecosistema. Festeggiare in modo responsabile può fare la differenza, trasformando un semplice gesto in un’azione di rispetto per l’ambiente.
V.R.
