“Adesso che il Viminale ammette che l’onda d’urto dell’immigrazione rischia di travolgerci, allarme che lanciavo sin da due anni fa tacciato di becero razzismo, il Governo deve delle risposte agli italiani e ai veneti, che sono i veri travolti, perché i problemi veri li hanno e li avranno loro, non le ovattate stanze romane”.
Così il Presidente della Regione del Veneto commenta la situazione immigratoria, che definisce “mal gestita fin dall’inizio da Italia ed Europa, ed ora prossima a sfuggire totalmente dal controllo, peraltro sinora assai molle e tremebondo”.
“Lo Stato deve rispondere agli italiani – incalza il Governatore – che strategia c’è per affrontare la questione che non siano pericolosi ghetti come caserme e tendopoli? Quante identificazioni si pensa realisticamente di effettuare? Come verranno fatte? Come verranno gestiti i richiedenti aventi diritto d’asilo? Quanti ne accoglierà l’Europa? Come verranno considerati i clandestini e i migranti economici? Saranno espulsi o si pensa di lasciarli sul territorio, come in Veneto dove su 18 mila arrivati (ultimi dati disponibili) ben 12 mila sono divenuti in poco tempo veri e propri fantasmi senza volto e identità? Non si ritiene di dare ascolto all’autorevole richiamo di un magistrato come il Procuratore Carlo Nordio, che punta i riflettori sulla necessità di riconoscimenti seppur con una ragionevole approssimazione, sull’intelligence e sulla banca dati del dna?”.
“In Europa non va meglio – aggiunge il Presidente Veneto – perché a fiumi di parole e a vertici un giorno sì e uno no non si va da nessuna parte. Serve immediatamente una vera e implacabile intelligence europea capace di evitare l’umiliazione di terroristi che vanno e vengono indisturbati da un aeroporto all’altro e da uno Stato all’altro; ben venga la banca del Dna; occorre un vero e proprio Piano Marshall per l’Africa per assistere e riconoscere le persone a casa loro prima che vengano messe su un barcone da mercanti di carne umana senza scrupoli. Tanto tuonò che piovve – conclude – adesso dicono tutti le stesse cose. Il problema è che le dicono e non le fanno”.