«Siccome tutti lo vorranno morto – scriveva sui social il parroco di Calvene e amico di Papa Francesco -, se volete da noi un posto nel carcere di Padova lo troviamo. E se non lo troviamo, ci stringeremo un po’: siamo abituati. Qui ne abbiamo parecchi, purtroppo, che lo hanno preceduto in questo barbaro gesto: anche con lui, anche stavolta, nel caso ci proveremo. Fino alla fine, perché almeno questa morte non sia stata del tutto invano. Tu, Giulia, prega per noi».
Don Marco Pozza al funerale di Giulia con un condannato per femminicidio
Nel post, don Pozza sottolinea che l’invito gli è venuto dallo stesso ex detenuto, che ha espiato la pena per aver «commesso la stessa mattanza – scrive – che ha commesso Filippo. Oggi, dopo aver scontato tutta la pena che la giustizia gli ha inflitto, è un libero cittadino che si sta rimettendo faticosamente in piedi».
I due si sono sistemati in Prato della Valle, perché l’amico non voleva farsi riconoscere «e io non voglio le telecamere addosso. Mi bastano ancora quelle di quella volta», riferisce ancora Pozza. «Una cerimonia da brividi – prosegue il sacerdote – guardavo il volto di lui, il volto di quelli vicini a lui, respiravo il silenzio freddo delle esequie funebri. Il silenzio della piazza attonita. Al momento della comunione, un signore vicino a noi due, vedendolo così preso dalla cerimonia, gli chiede: “Ma se ti capitasse una cosa del genere, tu cosa faresti?” Non sa che quest’uomo, accanto a me, ha ucciso anche lui una donna… Il mio amico scrolla la testa, tace, la abbassa. Io capisco tutta la sua fatica, l’altro capisce che anche il mio amico, in un’occasione simile, non saprebbe come comportarsi».
In migliaia ai funerali di Giulia. Il vescovo: “Pace anche per Filippo” – AltoVicentinOnline