‘La Lega è l’unico partito che ha degli ideali solidi, che sa essere progettuale e chi si arrende in questa fase di calo di consenso elettorale non ha gli attributi’. Maurizio Colman, sindaco di Piovene Rocchette e ‘storico’ militante della Lega Nord chiama a raccolta tutti i tesserati del Carroccio e chiede di riorganizzarsi, proponendosi come punto di riferimento per l’Alto Vicentino. Esorta i suoi compagni di partito ad uscire dal torpore di un periodo nero e di ritrovare gli ideali come quelli del federalismo e dell’autonomia che, secondo Colman, sono più che mai attuali. 
 

Colman, che sta succedendo all’interno della Lega? 

 
Non siamo un partito morto. Siamo solo fermi. Il nostro credo è ancora forte, ma c’è una sorta di incapacità di rioganizzarsi. Io invece, non riesco a starmene con le mani in mano, non approvo chi sta assumendo un atteggiamento di rassegnazione. Io mi emoziono ancora pensando ai nostri ideali, che se fossero portati avanti, rappresenterebbero la svolta di un’Italia ora in mano a partiti incapaci, che non sanno cosa significhi progettualità, che pensano alla sopravvivenza e non guardano le cose in maniera davvero costruttiva.  
 
Non le sembra anacronistico tirare in ballo concetti come quello del federalismo, che ormai sembra non appassionare più chi ha smesso di votare Lega? 
 
Assolutamente no. Io credo che la riforma dello Stato in senso federale sia ancora la via d’uscita per risollevare le sorti di un paese in ginocchio e da amministratore le posso fare degli esempi emblematici. Basti pensare al patto di stabilità, che strozza noi sindaci dei Comuni virtuosi che si trovano quasi esclusivamente al nord e non ci consente di realizzare servizi per la gente, che oggi ne ha estremo bisogno. Se fosse possibile per questi Enti lo sblocco del patto, io partirei subito con infrastrutture, asili, servizi per le famiglie. Inoltre prevedendo un’ampia autonomia delle Regioni si potrebbe pensare anche ad una giustizia diversa, che consentirebbe di snellire problemi che stanno ingolfando le imprese e quindi l’economia in genere. 
 
Cos’è il federalismo e perchè non si è mai concretizzato?Eppure un tempo la Lega ha avuto voce in capitolo in seno al governo…. 
 
Del federalismo si ha ancora un concetto parziale, personalmente ritengo che si possa considerare la Riforma federale dello Stato come una presa di coscienza dei terrori relativamente a quali sono le loro peculiarità e le opportunità che tramite queste si possono cogliere. Inoltre occorre ricordare che come Lega, siamo riusciti nel 2006 a concretizzare una proposta di referendum confermativo sulla modifica dell’organizzazione dello Stato che vedeva, tra le altre cose, il taglio del numero dei parlamentari. Proposta accolta solamente in Lombardia e Veneto. Se non è andato in porto questo grande progetto, di cui in troppi sconoscono il valore è solo perchè certe poltrone sono state date a persone sbagliate, che non sono state in grado di far diventare realtà quanto occorreva imporre nell’ambito del contesto romano. A livello territoriale la Lega è sempre stata incisiva, ma quando i nostri referenti arrivavano a Roma, non erano in grado di farsi sentire e valere con i fatti. 
 
L’anno prossimo, in molti comuni dell’Alto Vicentino ci saranno le Amministrative. Come vi state organizzando? 
 
Le ripeto, è tutto fermo e questo per me è motivo di grande sofferenza. Questa inattività mi spezza il fiato, ma non mi piega perchè sento dentro di me, con la passione di chi ci crede ancora, che si potrebbe ricominciare con una marcia diversaanche più forti di prima. 
 
Da cosa ricomincerebbe lei?Ha le idee chiare? 
 
Certo che si. Io sento che possiamo ripartire in qualsiasi momento, basta ritrovare l’unità di un tempo, di riorganizzarci facendo un bilancio del lavoro svolto fino ad ora, valutando successi e sconfitte, tracciando delle linee programmatiche. Soprattutto da queste possiamo riprendere il discorso con i nostri concittadini, senza utilizzare quelli che sono percepiti come  “slogan ormai frusti”, ma dimostrando come da amministratori si sia riusciti a dare contenuti a frasi come : “Prima il Nord” e “Padroni a casa nostra”. Rimetterci in gioco  per le amministrative 2014 è possibile, senza rinnegare il nome della Lega come sta facendo qualcuno. Io sono al mio secondo mandato quindi, non potrò più correre per la poltrona di sindaco, ma il Carroccio non può non partecipare e starsene fuori. Occorre iniziare a livello locale per poi, ragionare a più ampio respiro, ma è necessario ripartire, recuperare consensi, ritornare a parlare con la gente. Va ristabilita la fiducia nella politica, intesa come capacità di amministrare. I sindaci sono un grande esempio di buona politica di questi anni. 
 

Lei ha sempre cercato, come amministratore, di anticipare i tempi. Crede che questo sa ancora possibile? 

 

Certamente, sono convinto che il nostro territorio abbia uomini e donne eccezionali, che giornalmente si impegnano ottenendo risultati straordinari. A questi dobbiamo guardare, come amministratori, assicurando il nostro massimo impegno. Dobbiamo avere il coraggio anche di esplorare nuove strade e sovvertire convinzioni radicate. 

Ad esempio, stiamo lavorando per diffondere la cultura del turismo come attività imprenditoriale strutturata e inserita in un contesto sovra comunale e non solamente legata alla buona volontà del singolo operatore. Questa si configura come una rivoluzione copernicana in un territorio come il nostro dove il turismo, dalle amministrazioni comunali, viene declinato, purtroppo, come sostegno alle sagre di paese. 

 
Ma si rende conto che mancano attualmente dei punti di riferimento?Tra espulsioni , dimissioni e stangate elettorali, dove sono finiti i vostri pezzi da 90? 
 
Beh, ritroveremo anche quelli. Io sono disposto a fare da traino, sono il primo che è pronto a trascinare anche chi non ci crede più. Viviamo un grave momento di crisi, ma è proprio in periodi come questo che bisogna sfoderare l’impegno la competenza, lo spirito di sacrificio. Non mi stanco mai di dirlo ai giovani, a coloro che rappresentano il futuro: tutto è possibile, se lo si vuole veramente. 

Natalia Bandiera

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