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Autonomia. Boccia collabora con Maroni: “Imbarazzo”

Ai governatori di Veneto e Lombardia non è piaciuto l’annuncio del ministro Francesco Boccia di ‘trattare’ con Roberto Maroni per arrivare ad una soluzione per l’autonomia.

Se si sentano scavalcati o presi in giro, non è dato saperlo, di certo i commenti apparsi sulle pagine Facebook di Luca Zaia e Attilio Fontana, lasciano intendere che l’entrata in campo del collega del Carroccio lombardo non è cosa gradita.

Ci va giù leggero e lascia solo intuire un malessere il veneto Zaia, che torna a sollecitare il governo per una risposta: “Qui si sta solo allungando il brodo – esordisce il veneto Zaia – Oltre al dibattito a cui stiamo assistendo c’è un dato concreto che si continua a trascurare ed è la Costituzione della Repubblica Italiana. La Carta prevede delle fasi ben chiare, scandite, nelle quali una regione chiede di vedersi riconosciute le competenze che la Carta stessa prevede; dopodiché il Governo deve rispondere, per giungere alla firma di un’intesa. Il Governo è nelle condizioni di rispondere e di dirci se vuol firmare l’intesa che noi abbiamo proposto (stiamo parlando di 68 articoli), se vuol proporcene una di alternativa o se ritiene proprio di non firmare nulla. In questo stallo noi non accettiamo di stare, è una situazione difficilmente giustificabile visto che le commissioni hanno lavorato e anche tanto e con profitto. Mi sento anche di aggiungere che il ministro Stefani ha fatto un lavoro strepitoso: se oggi si parla di bozze, documenti, analisi, di tavoli e confronto con ministeri e delegazioni trattanti, è grazie a lei che ha avviato il lavoro partendo da zero. Lombardia e Veneto, assieme all’Emilia Romagna, sono le Regioni partite per prime ed è giusto che per prime abbiano risposte. Subito. La Costituzione fuga peraltro ogni dubbio, abbiamo dato ogni garanzia possibile che non si tratta di secessione o della creazione di un paese ricco di serie A contrapposto a uno povero di serie B. E abbiamo scritto con chiarezza in tutti i documenti che noi siamo per la solidarietà, la sussidiarietà e la coesione. Ma si arrivi al dunque. Ormai, tutto quello che dovevamo dire e tutto quello che c’era da fare e da pensare lo abbiamo fatto. Ora siamo in una fase che non può durare ancora tanto: vorremmo sentirci dire sì, no o nì, ma da Roma non è ancora arrivato alcun segnale. Dalle mie parti si dice che quando resti scottato con l’acqua calda, poi hai paura anche di quella fredda. Non abbiamo avuto risposte dal Governo Gentiloni, che ricordo firmò addirittura una pre-intesa con un sottosegretario, non degnandosi il presidente del Consiglio neppure di scendere un piano a palazzo Chigi, non abbiamo avuto alcuna risposta dal primo Governo Conte che, con l’ostruzionismo dei Cinque Stelle, ha fatto solo promesse e chiacchiere inutili per 14 mesi. Con il Conte 2 stiamo attendendo ancora.
Io ho rispetto per il lavoro di tutti – ha concluso Zaia – Penso che l’autonomia richiesta dal Veneto, dove hanno votato al referendum oltre due milioni di persone, sia l’autonomia desiderata dai Veneti. Da tutti i Veneti, indipendentemente dal colore politico e dal partito. Bisogna essere seri e il Governo deve dirci cosa vuole fare”.

Più deciso Attilio Fontana, che vede nella collaborazione tra Boccia e Maroni, l’intenzione del ministro di “produrre dubbi o imbarazzi in chi lotta da anni per l’autonomia”.

“Il ministro Boccia è da settimane impegnato in incontri con i governatori regionali sul tema delle Autonomie – ha sottolineato Fontana – Trova anche il tempo per promuovere e partecipare a convegni e seminari sul tema. Da questo lavoro deduco alcune informazioni ricorrenti: il Pd sarebbe l’unico partito che vuole l’autonomia, la Lega no; lui è quello che finalmente ci lavora sul serio, mentre la ministra Erika Stefani sarebbe stata inconcludente. Sta scrivendo una legge che risolverà ogni problema introducendo automatismi positivi su procedure e equità, ma ancora non ne conosciamo i contenuti. Infine, ora sente la necessità di istituire una Commissione e di avvalersi della collaborazione di Roberto Maroni. Se tutto ciò fa parte di una strategia del ministro Boccia che mira a produrre dubbi o imbarazzi in chi lotta da anni per l’autonomia, stia pur certo che si rivelerà fallimentare. Non gli è utile nemmeno imbarcare altri buoni per spiegarci cosa serve ai nostri territori. Il presidente Luca Zaia ed io conosciamo bene i dossier. Siamo quindi immuni dal fumo negli occhi che viene diffuso a piene mani. Il percorso verso l’autonomia non può essere raccontato improvvisando scenari desiderati, ma non reali o scegliendo di volta in volta aggettivi nuovi. L’unico previsto è la Costituzione”.

A.B.