La storia dei profughi di Pian delle Fugazze e le condizioni di igiene dovute all’inadempienza della cooperativa che aveva sottoscritto un contratto con cui si impegnava a rendere dignitosi gli ambienti dell’ex colonia dove gli immigrati avevano trovato un’accoglienza, che avrebbe dovuto essere temporanea, finisce in Parlamento.
‘C’è un’amministrazione nel Veneto di Luca Zaia che tratta i profughi e i rifugiati in maniera indegna, come veri e propri scarti sociali da nascondere agli occhi dei cittadini autoctoni – Lo afferma l’onorevole Giovanni Paglia di Sinistra Ecologia Libertà, autore dell’interrogazione, che è destinata a far tenere banco all’argomento che sta spaccando in due l’opinione pubblica a Schio.
‘Alle decine di richiedenti asilo di diversa nazionalità il Comune di Schio, guidato da una civica di centrodestra, ha stabilito di ospitare in una colonia alpina in Località Pian delle Fugazze, isolata e collocata ad oltre 1000 metri di altitudine, già utilizzata come centro di recupero per tossicodipendenti e abbandonata da anni – continua il comunicato stampa – La situazione è stata scoperchiata grazie al lavoro di denuncia e solidarietà messo in piedi da una rete di consiglieri comunali d’opposizione appartenenti alla lista civica di sinistra Tessiamo Schio (rappresentata da Carlo Cunegato) e al Partito Democratico e a noi oggi sembra giusto interessare direttamente il ministro degli Interni Alfano attraverso un’interrogazione parlamentare per chiedere se si “fosse a conoscenza di questa situazione o di altre analoghe” e se si “ritenga che è così che debbano essere accolti uomini in fuga da guerra, violenza e povertà, oltre che utilizzate le risorse investite nell’accoglienza”; e inoltre come si “intenda agire, anche tramite la Prefettura, per garantire il ripristino di condizioni di accoglienza adeguate al rispetto di un essere umano.
Si tratta di una situazione di degrado inaccettabile – osserva Paglia – Il riscaldamento non esiste, nonostante la notte porti il gelo, i letti sono in numero insufficiente e privi di coperte, la cucina è rappresentata da un unico fuoco collegato ad una bombola, i bagni sono intasati e portano a frequenti allagamenti dei corridoi, il vitto è rappresentato esclusivamente da oltre 30 giorni da pasta, riso e sugo’.
E’ un fiume in piena il parlamentare che promette di andare fino in fondo ad una questione che verrà affrontata dalla Camera dei deputati – I richiedenti asilo non sono stati provvisti di vestiario adeguato, né tanto meno di cambi, ed hanno a disposizione un solo piatto in plastica usa e getta, che sono chiaramente costretti a riutilizzare, senza un bicchiere per bere. Questo si unisce ad un ovvia condizione di isolamento, vista la lontananza fra la struttura e il più vicino centro abitato e l’assenza di mezzi di trasporto. Questo è stato denunciano dai consiglieri che hanno fatto visita ai rifugiati organizzando anche una raccolta di beni di prima necessità cui la cittadinanza ha risposto con entusiasmo’.
‘In questi giorni vi sono stati anche i tentativi di difesa d’ufficio del sindaco di Schio che ha provato a scaricare tutte le responsabilità sulla gestione della cooperativa, che pure ha delle responsabilità evidenti – conclude l’onorevole Paglia – ma quel che è certo è che la scelta del luogo spettava all’Amministrazione e l’Amministrazione ha ritenuto di spedire decine di persone in un luogo inaccessibile e sprovvisto dei criteri minimi di decenza anche perché non turbassero le coscienze degli abitanti del luogo, dunque qualcuno dovrà pagare per l’accaduto’.
Il testo integrale dell’interrogazione parlamentale
Interrogazione al ministro degli Interni
Premesso che dal 01/07/2015 il Comune di Schio in accordo con la Prefettura di Vicenza, deve garantire l’accoglienza a decine di richiedenti asilo di diversa nazionalità, che adesso risultano essere una cinquantina.
In questo contesto, il Comune ha stabilito di ospitare i profughi in una colonia alpina in località Pian delle Fugazze, isolata e collocata ad oltre 1000 metri di altitudine, già utilizzata come centro di recupero per tossicodipendenti e abbandonata da anni.
La gestione dell’accoglienza e dell’ospitalitá è stata dapprima affidata alla cooperativa “Con te”, che verificate le condizioni a cui si sarebbe dovuto garantire il servizio, dopo pochi giorni si è dimessa, lasciando spazio alla padovana CSFO, ovvero ad un Centro Studi Formazione Orientamento accreditato presso la Regione Veneto, senza alcuna esperienza nel settore.
Allo stesso CSFO vengono corrisposte le cifre stabilite per l’accoglienza dei richiedenti asilo e a questo fine destinate.
In data 09/09/2015 alcuni consiglieri comunali di Schio hanno avuto la possibilità di fare visita ai profughi, senza che il CSFO abbia ritenuto doveroso accompagnarli.
Ciò che hanno potuto riscontrare di persona e verificare nel racconto degli ospiti, è una situazione di degrado inaccettabile.
Il riscaldamento non esiste, nonostante la notte si scenda sotto i 5 gradi, i letti sono in numero insufficiente e privi di coperte, la cucina è rappresentata da un unico fuoco collegato ad una bombola, i bagni sono intasati e portano a frequenti allagamenti dei corridoi, il vitto é rappresentato esclusivamente da oltre 30 giorni da pasta, riso e sugo.
I richiedenti asilo non sono stati provvisti di vestiario adeguato, nè tantomeno di cambi, ed hanno a disposizione un solo piatto in plastica usa e getta, che sono chiaramente costretti a riutilizzare, senza un bicchiere per bere.
Questo si unisce ad un ovvia condizione di isolamento, vista la lontananza fra la struttura e il più vicino centro abitato e l’assenza di mezzi di trasporto.
Chiede
Se il Ministero fosse a conoscenza di questa situazione o di altre analoghe e se ritenga che è così che debbano essere accolti uomini in fuga da guerra, violenza e povertà, oltre che utilizzate le risorse investite nell’accoglienza.
Come intenda agire, anche tramite la Prefettura, per garantire il ripristino di condizioni di accoglienza adeguate al rispetto di un essere umano.
On. Giovanni Paglia
Sinistra Ecologia Libertà