“Quali sono le responsabilità attive dell’amministrazione comunale nel fallimento del Cda di La Casa di Schio?”
La domanda di attualità è stata posta ieri in consiglio comunale da Mauro Tessaro, ex di Noi Cittadini e ora nel gruppo misto e da Carlo Cunegato, leader di TesSiamo Schio. Rivolta direttamente al sindaco Valter Orsi, colpevole a loro dire di “gestire in modo dilettantistico una delle più importanti aziende scledensi, che dà lavoro a oltre quattrocento dipendenti e ospita altrettanti anziani”.
Interesse dei consiglieri era richiamare l’attenzione su quanto successo di recente: la nomina del Cda, che a sua volta ha eletto un presidente (Federico Dalle Vedove), sfiduciandolo nel giro di poche settimane e gettandolo in una graticola mediatica.
Un dibattito politico, sulla scelta dell’attribuzione delle poltrone, che ha rivelato una incrinatura nel gruppo di maggioranza mettendo alle corde il primo cittadino, che ha dribblato la risposta spostando l’attenzione sul ruolo sociale de La Casa.
La scintilla è stata la nomina del Direttore Generale, che il Cda richiedeva laureato ed eventualmente senza precedenti esperienze di amministratore. Una proposta che non è piaciuta al presidente Dalle Vedove, a sua volta indicato dal primo cittadino e sfiduciato dopo poco tempo dal Cda che, come in tutte le situazioni di questo tipo, racchiude a sua volta persone ‘vicine’ all’amministrazione comunale e pertanto in linea con le scelte della stanza dei bottoni. Di fatto, il Cda ha quindi accusato il presidente di ostacolare l’operatività dell’ente, procedendo poi con la sfiducia ufficiale.
Un ‘empasse politico’ vero e proprio, sul quale Tessaro e Cunegato hanno chiesto spiegazioni.
“Con che criterio è stato scelto il presidente – ha esordito Cunegato in consiglio comunale – Ci chiediamo se ci fosse stima nella sua persona e fosse ritenuto all’altezza o se per caso ci fossero altre ragioni”. Secondo il leader di TesSiamo Schio, il presidente Dalle Vedove aveva dichiarato che il nome del DG fosse concordato in anticipo, ma i fatti hanno dimostrato il contrario.
“Possibile che il Cda metta in discussione le indicazioni del presidente che lui stesso ha nominato – ha detto Cunegato – dimostrando così distacco con il sindaco e mettendo lo stesso Dalle Vedove alla gogna?”
Rispondendo alla domanda, Orsi ha confessato di aspettarsi l’argomento. “Mi sarei aspettato più interesse per i servizi agli anziani che sulle poltrone – ha sottolineato il sindaco – Evidentemente i miei valori e quelli dell’opposizione sono diversi, se loro si puntano sulle poltrone e io mi interesso alle persone”. Un inizio di risposta che è suonato un po’ come un voler ‘dribblare’ la risposta e ha destato alcune perplessità. Ma Orsi ha continuato: “La Casa è un’azienda che dà lavoro a centinaia di persone e garantisce servizi a centinaia di anziani e l’interesse primario è questo. Ho mandato persone ad amministrare un ente che dà servizi e ospita la parte più delicata della nostra società. Se c’è contrapposizione di poltrone o problemi di rapporti tra individui, non è accettabile. Appoggio il Cda nelle sue scelte, non tutti possono fare il presidente. Qui non c’è nessun tribunale politico, ma la coscienza di affrontare le cose insieme”.
Ma Cunegato e Tessaro alla fine non sono stati soddisfatti. Cunegato ha concluso: “La risposta del sindaco è la dimostrazione del fallimento della sua squadra”.
Anna Bianchini