Basta una fatalità, dopo averne superate tante, e una vita di 36 anni termina.
Avrebbe compiuto gli anni il 14 dicembre ma un drammatico incidente stradale, avvenuto in Serbia due giorni fa, ha spezzato prima la sua vita. Nermin Duric era conosciuto a Thiene e dintorni come un’anima ribelle ma buona, con molte
Aveva trasformato i suoi pensieri ed esperienze di vita in testi profondi, spesso carichi di riflessioni e critiche sociali. Sul suo canale YouTube le sue canzoni rap continuano a risuonare, testimoniando una creatività che ha saputo parlare a chi lo conosceva e lo seguiva. “Era un talento grezzo, con pregi e difetti, ma sempre autentico,” ricorda un amico.
Dietro l’immagine di spirito ribelle e indomabile, Nermin Duric nascondeva una sensibilità rara, che emergeva soprattutto
Nermin riusciva a trasformare la sua energia prorompente in qualcosa di straordinario, che lasciava un segno in chiunque lo incontrasse. La sua partecipazione al progetto, che affrontava il tema della disabilità, dimostrava la sua capacità di comprendere e raccontare le sfide altrui con empatia e profondità. “Hai trovato il modo di trasformare quella forza in qualcosa di potente,” ha scritto la ragazza, ricordando quanto fosse unico il suo approccio alla vita e alle persone.
Questi gesti, spesso lontani dai riflettori, rivelano il lato umano e autentico di Nermin, un’anima capace di andare oltre i propri limiti per toccare quelli degli altri con delicatezza e rispetto.
Parole che si uniscono ai tanti ricordi condivisi dagli amici, i quali lo descrivono come uno spirito libero, spesso vicino al limite ma sempre capace di rialzarsi.
Nermin era un ‘personaggio’, un uomo ancora troppo giovane per andarsene, che, con tutti i suoi pregi e difetti, sapeva lasciare il segno. Al di là delle sue sfide personali, chi lo ha conosciuto lo ricorda per il suo cuore buono e per la capacità di donare forza e ispirazione a chi gli stava accanto.
La sua perdita lascia un vuoto profondo, mitigato solo dai ricordi e dalla sua musica, che oggi risuona come un’eredità preziosa.
Laura San Brunone