Non si è fatta attendere la denuncia di Jacopo Berti, capogruppo dei cinque stelle in Veneto e consigliere regionale, in merito al versamento di calcestruzzo proveniente dal cantiere della Pedemontana che ha invaso delle coltivazioni di mais a San Tomio di Malo.
L’episodio verificatosi pochi giorni fa non è il primo nel suo genere, ma nonostante le denunce riferite dal proprietario del campo Fabio Scorzato, nulla sembra sia stato posto in essere per ovviare al ripetersi della fuoriuscita di calcestruzzo pompato all’interno di un tratto della galleria che passa adiacente alla fattoria di Scorzato.
La presa di posizione dei CinqueStelle è sempre stata forte e decisa nei confronti del progetto della Pedemontana Veneta, da loro ritenuta fin da subito un’impalcatura economica in stile project financing gestita troppo ‘allegramente’, i cui costi economici in fase progettuali sono risultati ampiamente scoperti fin dai primi avanzamenti dei lavori.
Un No dei grillini che sin da subito andava in difesa del territorio e dell’ambiente veneto, poiché coi sui circa 143 km l’ambiziosa arteria avrebbe impattato enormemente nel territorio, alterando l’equilibrio idrogeologico di una vasta area del Veneto.
Un No dei grillini che sin da subito andava in difesa del territorio e dell’ambiente veneto, poiché coi sui circa 143 km l’ambiziosa arteria avrebbe impattato enormemente nel territorio, alterando l’equilibrio idrogeologico di una vasta area del Veneto.
Con l’episodio di San Tornio di Malo dove la cementificazione risulta tutt’altro che controllata, il livello di denuncia del M5S si fa ancora più alto, ponendo al centro dell’attenzione non solo il merito dell’opera, ma la metodologia con la quale viene eseguita. Episodi come la fuoriuscita di calcestruzzo gettato, risulta essere spesso e volentieri l’indice di una tabella di marcia dei lavori spedita, ovvero stringata per abbassare o contenere dei costi di lavorazione.
Paola Viero