In pensione da 6 anni non ne vuole sapere di lasciare i fornelli.
Nel cuore di San Giorgio Di Perlena, popolosa frazione di Fara Vicentino, la trattoria Al Cacciatore è un faro di tradizione e passione culinaria, una storia di passione e storia che risale al 1957. Fondata dai genitori di Francesco Bonato e Marcella Manuzzato, scomparsa appena un mese fa, questa trattoria ha saputo mantenere vivo il calore e l’autenticità della cucina casalinga, tramandando ricette che sanno di ricordi e di famiglia.
Maurizio Bonato, titolare dal 1987, ha iniziato la sua carriera in questa stessa trattoria come cameriere, per poi assumere il ruolo di cuoco, custode di quei segreti culinari che solo una lunga tradizione familiare può conservare. La sua evoluzione da cameriere a pilastro della cucina è una testimonianza del suo impegno e della sua passione, elementi che traspaiono in ogni piatto servito. La cucina a vista è un teatro dove si esibiscono la moglie di Maurizio, maestra dei primi piatti, e lui stesso, creatore di secondi che narrano storie di gusto e tradizione. Insieme formano un duo inscindibile che porta in tavola il vero sapore della cucina “della nonna”, arricchito da un tocco personale e da ricette custodite gelosamente. Il clou dell’offerta culinaria è rappresentato dalla “Trippa virtuale”, un evento unico che ha visto, nel novembre del 2023, sette serate dedicate interamente a questo piatto versatile. Dalle innovazioni come il risotto con la trippa, alla trippa in brodo, alla trippa alla parmigiana, fino ai dolci e ai maroni alla brace, ogni serata a tema è stata un viaggio gustativo senza eguali, proposto a un prezzo accessibile di 20€.
La selezione dei vini e delle carni, rigorosamente locali, testimonia l’impegno della trattoria nella valorizzazione dei prodotti del territorio, filosofia che si riflette non solo nella qualità dei piatti, ma anche nel sostegno alla comunità agricola locale.
In molti arrivano al Cacciatore per assaggiare la faraona. A raccontare è lo stesso Bonato: ” Un cuoco anziano del paese, custode di sapori antichi, l’ha tramandata, insegnando l’arte di legare le zampe dell’uccello con maestria. Se qualcosa andava storto, con un sorriso, tagliava il filo per farlo ripartire da capo”.
In questo rituale di memoria e gusto, non mancano i dolci, opera artigianale della moglie, che con le sue mani sapienti trasforma semplici ingredienti in creazioni che incantano il palato e che si presentano con un impiattamento semplice, ma di impatto che sa di bontà, che poi riscontri mangiando.
Aperta anche a pranzo, eccetto il giovedì e il sabato mattina, offre un’occasione imperdibile per chi cerca autenticità, qualità e un’accoglienza che solo una gestione familiare può garantire.
Valentina Ruzza