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Emergenza abitativa, i dati Ater per Schio, Thiene e Malo. Tanti alloggi vuoti da ristrutturare attendono i fondi regionali, il Sunia propone di usare l’Imu dei Comuni

L’emergenza abitativa LINK A https://www.altovicentinonline.it/altri-comuni/anche-in-veneto-ce-emergenza-abitativa-case-vuote-e-persone-senza-un-tetto-sopra-la-testa/ riguarda anche i tre principali comuni dell’Alto Vicentino: Schio, Thiene e Malo. I dati Ater aggiornati a giugno 2024 evidenziano infatti che nelle graduatorie vigenti relative agli ultimi bandi del 2022 le domande in lista d’attesa superano di gran lunga il numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica attualmente sfitti. 

Sono quasi il doppio a Schio. E almeno quattro volte tanto a Thiene e a Malo. Nei tre comuni la maggior parte degli alloggi Ater non assegnati sono in attesa di finanziamento per il riatto, cioè per i necessari lavori di adeguamento. Le unità di edilizia residenziale pubblica in cui sono già in corso lavori di ristrutturazione sono meno di quelli in attesa di finanziamento. E complessivamente a Schio e Thiene una trentina di appartamenti sono anche in procedura di vendita.

Nello specifico, ecco i numeri per ciascun comune.

A Schio gli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà Ater sono 434, di cui 342 sono assegnati e 92 sono sfitti. Di quelli sfitti, 25 sono in vendita, 7 hanno lavori in corso, 60 sono in attesa di finanziamenti per il riatto. Sono 197 le domande di assegnazione nellagraduatoria vigente relativa all’ultimo bando pubblicato dal comune nel 2022. Di queste, 32 sono state soddisfatte, cioè i richiedenti hanno avuto l’alloggio. Le rimanenti 165 domande sono in attesa che i 67 alloggi sfitti non in vendita diventino disponibili. Quando, non si sa.

A Thiene gli alloggi di proprietà Ater sono 161, di cui 134 assegnati e 27 sfitti. Dei quali 7 sono in vendita, 5 con lavori in corso, 16 in attesa di finanziamenti per il riatto. La graduatoria vigente relativa al bando 2022 vede ben 108 domande in attesa sulle 110 presentate. Tutte a contendersi i 20 alloggi sfitti non in vendita. Tempi di attesa, non si sa.

A Malo gli alloggi Ater sono 60, di cui 51 assegnati. Dei 9 sfitti, uno ha lavori in corso e 8 aspettano i finanziamenti per il riatto. Rispetto albando ordinario pubblicato nel 2022, sono 39 le domande in attesa.Malo nel 2023 ha anche pubblicato un bando speciale riservato ad anziani autosufficienti con 17 domande in graduatoria, rispetto a cui il sindaco Moreno Marsetti commenta: «La collaborazione con Ater è sempre stata proficua e importante sotto l’aspetto sociale. L’ultimo progetto portato a termine riguarda la realizzazione di 18 mini appartamenti nel complesso dell’ex asilo Rossato, completati e già assegnati». LINK A https://www.altovicentinonline.it/politica/malo-l%E2%80%99ex-asilo-%E2%80%9Crossato%E2%80%9D-sara-trasformato-in-appartamenti-per-anziani/

Il problema dei tempi lunghi e dei fondi oggi mancanti per il riatto delle unità residenziali Ater, che dovrebbero arrivare dalla Regione, colpisce duramente chi ha per legge diritto a un alloggio pubblico. Accentuandone il disagio a causa dell’incertezza. Le criticità diventano ancora più pesanti nell’attuale periodo di crisi economica, con crescenti casi di morosità e sfratti soprattutto tra le famiglie monoreddito. Lo testimonia Francesco Brasco, segretario provinciale del sindacato Sunia degli inquilini privati e degli assegnatari di alloggi di edilizia pubblica di Vicenza: «Sta aumentando il numero di persone che si rivolgono a noi. Anche perché il governo Meloni ha tagliato il fondo affitti, una decisione sbagliata che colpisce le famiglie a basso Isee. Il costo medio delle locazioni residenziali sul mercato è aumentato negli ultimi anni del 30%. E – osserva Brasco – i contratti a canone concordato 3+2, 4+2, 5+2 e così via che si stanno diffondendo ultimamente, pur costando mediamente tra il 10% e il 30% in meno di quelli ordinari a seconda delle caratteristiche dell’alloggio, non risolvono il problema. Neanche nel Vicentino. Del resto, come fa una famiglia monoreddito con più figli a vivere con 1500 euro al mese, quando va bene, pagando oltre 800 euro al mese solo di affitto?».
Una soluzione, pur non decisiva, per velocizzare la messa a disposizione di alloggi Ater dovrebbe passare secondo il Sunia attraverso la rinuncia dei comuni ad applicare per qualche anno l’Imu sugli immobili Ater. In cambio dell’impegno, da parte dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, di destinare questo risparmio fiscale al finanziamento dei lavori di adeguamento per il riatto degli alloggi ubicati nel territorio degli stessi comuni. Che, secondo calcoli condivisi ufficiosamente tra la direzione di Ater e Sunia Vicenza, costano in media 25mila euro per alloggio. «Siamo convinti che se si ragionasse sulle cifre, i comuni riuscirebbero a compensare lo sforzo economico di rinunciare a un po’ di gettito Imu con la riduzione dei costi dei servizi sociali per l’assistenza dei casi di grave emergenza abitativa», dichiara il segretario provinciale del Sunia.
Il presupposto giuridico si baserebbe su alcune ordinanze di fine maggio della Cassazione, che confermano l’esenzione Imu per gli immobili destinati alla funzione di alloggio sociale. «A giugno come Sunia abbiamo inviato una lettera al presidente, al consiglio d’amministrazione e al direttore generale dell’Ater di Vicenza per invitare l’ente a investire tutte le sue risorse nel ripristino degli appartamenti sfitti che sono circa 400 su 4700 in tutta la provincia», spiega Brasco. «L’Agenzia risparmierebbe dai 500 ai 600mila euro l’anno se non pagasse l’Imu ai comuni che la pretendono, e potrebbe così rimettere in pista dai 30 ai 50 appartamenti l’anno in più rispetto ai programmi. L’assist lo offre la Corte di Cassazione – prosegue il segretario – con le ordinanze che riguardano i comuni di Chieti, Trani e Putignano depositate a fine maggio. Nel primo caso la corte ha ribadito l’esenzione Imuper gli “alloggi sociali”, nel secondo e terzo la sezione tributaria della Corte rimanda alla commissione di giustizia tributaria di secondo grado della Regione Puglia di verificare se gli alloggi rientrino o no nella definizione di “alloggio sociale” (come da DM Infrastutture del 22 aprile 2008). Un buonissimo punto – conclude Brasco – per iniziare a obbligare il Parlamento e il Consiglio regionale a rivedere la situazione, ma soprattutto per dare impulso alla lotta contro l’emergenza abitativa che si fa sempre più stringente sul nostro territorio e investe proprio le amministrazioni comunali!».

Federico Piazza