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Schio. Termovalorizzatore, lo studio: “Assenza di un contributo sistematico alla qualità dell’aria”

I risultati della ricerca della Sezione Ambientale del Dipartimento di ingegneria civile e ambientale del Politecnico di Milano, sulla base di parametri concordati con l’agenzia regionale Arpav, confermano come non ci sia un contributo sistematico sulla qualità dell’aria da parte del termovalorizzatore di Schio.

Quello svolto dal prof. Stefano Cernuschi (responsabile della ricerca), dal prof. Giovanni Lonati e dall’ing. Ruggero Tardivo è l’aggiornamento del rapporto che periodicamente, su base biennale, la prestigiosa università milanese stila per valutare i livelli emissivi del termovalorizzatore di Schio di Alto Vicentino Ambiente. Rapporto che è stato presentato dal CdA e dai responsabili di Alto Vicentino Ambiente (AVA) al comitato ristretto dei sindaci.

Fermo restando che le emissioni puntuali dell’impianto sono invece monitorate in continuo, in uscita dall’impianto, dalla società stessa e pubblicati sul sito internet della società – afferma il Presidente di AVA Giovanni Cattelan -; lo studio costituisce un’analisi terza rispetto alla società che gestisce l’impianto e funge da garanzia non solo per i soci, ma soprattutto per i cittadini che abitano nell’area circostante l’impianto di Ca’ Capretta”.

In questo senso, la ricerca ha monitorato, con campagne estive e invernali, i livelli di inquinanti in atmosfera e nel terreno su tre siti con distanze diverse dall’impianto (Schio – Pozzo di Giavenale, Schio – Socche alla Croce e Chiuppano). I risultati, in linea con quelli precedenti già disponibili sul sito internet della società, rilevano valori in atmosfera inferiori a quelli di legge di alcuni ordini di grandezza e un contributo da parte dell’impianto all’inquinamento dell’area contenuto e non determinante.

I risultati – recitano le conclusioni della ricerca – riconfermano una situazione di qualità dell’aria del tutto coerente con le caratteristiche emissive dell’area, sede di insediamenti residenziali ed industriali diffusi e, soprattutto, di una fitta rete stradale comprendente tratti e svincoli di grande comunicazione molto frequentati anche da traffico pesante. […] I livelli medi di concentrazioni osservati, attesa la loro intrinseca variabilità per effetto delle condizioni meteorologiche dei periodi di campionamento, risultano pienamente in linea con quelli di precedenti campagne condotte in passato nell’area da oltre un decennio e con analoghe metodologie di indagine, riconfermando l’assenza di esposizioni particolari a specifiche sorgenti di un sito rispetto agli altri nonché quella di azioni sistematiche di sorgenti locali su qualcuno di essi, tanto in generale quanto dell’impianto di termovalorizzazione AVA in particolare”.

Le periodiche e ormai decennali rilevazioni forniscono poi un ulteriore elemento d’analisi: “L’assenza di particolari tendenze alla variazione su lungo periodo dei principali inquinanti in traccia associabili all’attività di termovalorizzazione – si afferma sempre nelle conclusioni – costituisce, infine, un importante elemento complementare di valutazione dell’assenza di un contributo sistematico dell’impianto alla qualità dell’aria”.

Gli amministratori presenti, preso atto con soddisfazione dei risultati, concordano sull’impatto ambientale contenuto dell’impianto.

Elenco presenti.

Per AVA: Giovanni Cattelan, Alessia Lazzaretto, Lorenzo Righele Per i Comuni:

Schio. Maculan e lo studio sul termovalizzatore:”Il rispetto dei limiti non equivale a non inquinare” – AltoVicentinOnline