Forse in pochi sanno che il comune di Schio spende annualmente la bellezza di 1 milione e 800mila euro per la Polizia Locale. Una cifra non indifferente e il sindaco Valter Orsi non usa mezzi termini nel dichiarare che ne investirebbe anche di più se potesse, per un valore che ritiene sacro, quello della Sicurezza dei suoi concittadini. Non nasconde inoltre, la fierezza di essere capofila di un consorzio che già dagli inizi del suo mandato, è stato passato ai raggi x sia per sanare quel buco da 100mila euro ereditato, ma soprattutto per ripristinare il modus operandi che per volere suo e del comandante Giovanni Scarpellini oggi, consente il massimo numero di agenti sulla strada.
Com’è cambiato il Consorzio Alto Vicentino in questi anni e come crede di aver lavorato per la città di Schio, esercitando la delega sulla Sicurezza, che ha sempre tenuto per sè?
Intanto ho compiuto il passo audace di portare un grande comandante ed un investigatore di qualità, che ci invidiano ovunque, come Giovanni Scarpellini. Tutti sanno come sono andate le cose e già dalla campagna elettorale del primo mandato avevo promesso che avrei dato un assetto nuovo ad un consorzio che andava restaurato e diretto da chi si era fatto apprezzare nel comune accanto al nostro. Ho ‘contrattato’ con Thiene, con cui condividiamo questa figura di altissimo profilo, che oggi è anche consulente a Bassano. Abbiamo iniziato a riparare i problemi economici, poi è stato fatto un lavoro di motivazione del personale, abituato a stare negli uffici. Qualcuno è andato in pensione, sono arrivati dei giovani, ma il piacere di vederli entusiasti in servizio è necessario perchè la qualità del lavoro dipende anche da quello. Lo volevo fortemente e la simbiosi con il comandante è stata fondamentale. Schio ha attraversato dei momenti difficili, ma anche dinanzi a fatti di cronaca, come le aggressioni da parte delle baby gang che mi preoccupavano tantissimo, siamo sempre riusciti a dare la svolta e a dimostrare ai cittadini che siamo ben protetti da chi, dinanzi a fatti criminali, sa dare una risposta. E’ vero, i tempi della giustizia, ma soprattutto l’incertezza della pena che ci fa ritrovare davanti agli occhi chi delinque, viene preso e non spedito in galera, è molto avvilente. Questi concetti sono molto difficili da spiegare ai cittadini semplici, che non sanno che alle forze dell’ordine non è consentito arrestare e spedire in galera qualcuno per il semplice volere.
Può farci un esempio, sindaco?
Le faccio un esempio semplice ed uno più complesso. I nomadi, che arrivano col camper non si possono cacciare via con uno schiocco di dita e se non lo facciamo, non è per mancanza di pugno fermo di chi amministra o delle forze dell’ordine. Ci sono delle leggi ben precise, che possiamo non condividere, ma che non possiamo ignorare agendo di libero arbitrio. Non siamo in una contea, ma siamo in una città italiana, che deve rispettare le leggi dello Stato. E comunque, i cittadini non possono lamentarsi attualmente, si tratta ormai di episodi sporadici. Ricordo che prima di insediarmi, scene di degrado che non cancellerò con più con stendini e accampamenti anche all’ingresso di Schio. Non era un bel biglietto da visita.
L’altro esempio riguarda l’arresto. Molti cittadini non capiscono che prima di arrestare uno spacciatore o qualsiasi delinquente occorre raccogliere le prove, tranne nel caso della flagranza di reato. In questo caso è fondamentale la denuncia dei cittadini testimoni di un reato e non la semplice segnalazione. A volte dall’imbeccata del civile può nascere un buono spunto per un’indagine, che però è fatta di riscontri, di pedinamenti, appostamenti, foto e filmati di cessioni di droga, che possano provare la colpevolezza, di chi intanto viene indagato, ma che deve poi affrontare tre gradi di giudizio prima di essere condannato. Di tutte queste procedure penali molti non sono a conoscenza e qualcuno è convinto che basti una semplice telefonata al sindaco per portare in prigione l’attore di un reato. Con le baby gang è stato un lavoro di anni e oggi, grazie ai fogli di via, che però devono essere supportati da fatti riscontrati e provati, non le abbiamo più in città perchè qualcuno ha lasciato Schio. Pensi ad esempio, al tizio che non volendo fare il tampone non poteva essere mandato via, nonostante ci fosse un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Non è facile, insomma, e la popolazione spesso non lo sa, pensa che abbiamo la bacchetta magica o che gli agenti siano delle sorti di sceriffi, che possono andare a fare giustizia da soli. (sorride)
Schio è una città sicura?
Si e non lo dico per autoincensarmi, sono molto esigente, il comandante Scarpellini lo sa. Voglio essere informato su tutto ed il mio telefono è acceso anche di notte. Certo, la nostra città è la più grande dell’Altovicentino e se lo Stato ce lo consentisse, assumeremmo molti più agenti, ma le operazioni antidroga, gli arresti fatti, le risposte da parte delle forze dell’ordine ci sono sempre. Se poi, agenti e carabinieri li riescono a mandare in carcere e lo svuotacarceri ce li riporta in circolazione, non è una questione di mancata sicurezza, ma di giustizia. Ma questo è un altro tema ed io non sono a Roma a legiferare, sono il sindaco di una città, che ce la mette tutta e che ha ‘poteri’ limitati.
E sulla polemica dei furti, cosa mi dice?
‘C’è chi dichiara che i controlli preventivi nel territorio negli anni sono venuti progressivamente meno. Questo non è assolutamente vero, anzi è avvenuto il contrario. Non solo chiedendo maggiori sforzi alla Polizia Locale, ma anche grazie alle 4 convenzioni con associazioni che garantiscono il controllo su vari luoghi della città. È stata anche implementata la video sorveglianza, che solo pochi giorni fa ci ha permesso di individuare i responsabili di episodi di danneggiamento del patrimonio pubblico con conseguenti sanzioni e procedimenti penali. Poter individuare i responsabili attraverso la video sorveglianza richiede ore di lavoro da parte degli agenti della Polizia Locale, ma è evidente che il servizio messo in atto ha la sua efficacia, in modo particolare grazie alla collaborazione e alle segnalazioni dei cittadini. Per quanto riguarda i furti che colpiscono anche la nostra città, invece, sono d’accordo che occorra una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio ma non si può chiedere ai Comuni di sostituirsi allo Stato. Attraverso la Polizia Locale e ai volontari, i Comuni stanno facendo miracoli – sia dal punto di vista finanziario che dal punto di vista dell’impegno delle persone – per far fronte alle mancanze dello Stato. L’organico dei Carabinieri va sicuramente potenziato, ma se non arrivano nuove forze è necessario che lo Stato dia ugualmente una risposta a territori che versano tantissimo allo Stato stesso in forma di tasse e che, quindi, hanno il diritto di ricevere dei servizi adeguati’.
Insomma, lei non ci sta a chi getta discredito su quanto il Comune fa in materia di sicurezza…
‘Certo che no. Non lo meritano nemmeno tutti coloro, che sono in prima linea e che si mettono al servizio del territorio. Un esempio è il Consigliere Comunale Domenico Storti che da mesi si sta prendendo carico del rilancio del parco di San Zeno, dove spesso si verificano episodi di inciviltà con l’abbandono di rifiuti. Grazie anche alla collaborazione e all’abnegazione di alcune persone, come coloro che fanno parte del gruppo costituito da Storti, stiamo cercando di preservare il nostro territorio segnalando e arrivando a sanzionare coloro che, invece, non lo rispettano’.
Natalia Bandiera (foto Lovato)