di Federico Piazza
Il Gruppo Alpac punta verso l’orizzonte dei 60 milioni di euro di fatturato nel 2025 con le sue soluzioni per l’isolamento termico e acustico del foro finestra e la ventilazione meccanica controllata. Una spinta considerevole dovrebbe arrivare anche dal mercato della riqualificazione energetica degli edifici residenziali. Ne è convinto Massimo Dalla Via, che ha definitivamente preso in mano le redini dell’azienda a ottobre 2024 subentrando nel ruolo di amministratore delegato al padre e fondatore Luciano Dalla Via.
L’azienda dal 2019 partecipa al programma internazionale Elite della Borsa Italiana che supporta ambiziosi percorsi di crescita business. Recentemente è stata premiata da ItalyPost come una delle “100 migliori imprese dello scledense” per ricavi, redditività, equilibrio finanziario e capacità di resilienza nel mercato durante il triennio 2021-2022-2023. Il premio si aggiunge ai sei consecutivi riconoscimenti Deloitte che Alpac ha ottenuto come “Best Managed Company Italia” dal 2019 al 2024.
Il 2024 è stato un anno di calo nell’edilizia in Italia dopo la fine del Superbonus. Come è andata per Alpac?
«Abbiamo chiuso in linea con il 2023 a 54 milioni di euro di fatturato a livello gruppo, di cui il 90% in Italia. Il resto principalmente in Francia e Spagna, dove ci stiamo ampliando. Ma va precisato che lavoriamo prevalentemente per progetti di nuove costruzioni o di riqualificazioni invasive di edifici, dove il Superbonus edilizio non è stato un fattore trainante perché è stato utilizzato soprattutto per riqualificazioni e cambi di infissi più semplici».
Previsioni per il 2025?
«Riteniamo che il giro d’affari aumenterà del 10% quest’anno. Le nostre soluzioni su misura per il foro finestra agevolano l’efficientamento energetico degli edifici, quindi c’è attenzione da parte di progettisti, imprese di costruzioni, grandi serramentisti, rivenditori. Anche perché ai clienti medio-grandi riusciamo a garantire la gestione intera della commessa e del cantiere sia del nuovo sia del rifacimento di facciate di edifici residenziali: prescrizione, progettazione, realizzazione, posa in opera del cantiere».
La cosiddetta “Direttiva Case Green” stimolerà le ristrutturazioni importanti in cui Alpac può inserirsi?
«Sì, la strada è tracciata e il mercato andrà in quella direzione. Inoltre, alle istanze di efficienza energetica si aggiunge la questione della riduzione del consumo di suolo. Quindi l’edilizia si sposterà sempre più su interventi riguardanti il vasto patrimonio immobiliare esistente. Per le nostre soluzioni il mercato italiano della riqualificazione vale sette volte quello degli edifici di nuova costruzione».
Quindi se il lavoro non manca state aumentando il personale?
«Certamente. Abbiamo recentemente inserito 25-30 nuovi assunti in diverse funzioni e ne aggiungeremo altre 15 quest’anno. Oggi in Alpac siamo circa in 260, e oltre 300 a livello di Gruppo. Ma non è facile trovare i profili che cerchiamo».
Di che figure avete bisogno?
«Ci servono competenze in ricerca e sviluppo, uffici tecnici, reparti produttivi, gestione dei progetti, rete vendita. Laureati e diplomati, a seconda delle funzioni».
E il passaggio generazionale alla guida dell’azienda di famiglia?
«È stato un percorso molto graduale. Sono entrato in azienda nel 2009 dopo la laurea in economia e un anno di esperienza all’estero, occupandomi di sistema della qualità, di metodologia Lean, di commerciale. Nel 2013 sono diventato direttore generale. Qualche anno fa ho fatto un Master in Business Administration al Cuoa. L’anno scorso sono diventato amministratore delegato. Da una parte, a mio padre Luciano va riconosciuta l’apertura a fare questo passaggio, che non è scontato. Dall’altra, occorre che chi subentra abbia le competenze per poter portare avanti il testimone. Oggi posso dire che completare il percorso arrivando a una chiara distinzione dei ruoli ha portato più serenità in azienda, che è fondamentale per lavorare bene».
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