di Federico Piazza
Imprenditori e manager di decine di aziende scledensi si sono ritrovati mercoledì 5 febbraio allo Spazio Espositivo del Lanificio Conte per confrontarsi su come far crescere l’attività attraverso l’attuale periodo di grandi trasformazioni economiche, tecnologiche e geopolitiche globali. Una fase in cui, come si suol dire, l’unica certezza è l’incertezza. L’occasione è stata la premiazione delle “100 migliori imprese dello scledense” in base all’analisi di bilancio degli esercizi 2021, 2022 e 2023 effettuata dal centro studi di ItalyPost, la società editoriale padovana che ha organizzato l’evento. Le aziende selezionate, tutte con sede a Schio e in cinque comuni limitrofi, hanno totalizzato nel 2023 un giro d’affari di 3,3 miliardi di euro. I criteri per la valutazione delle performance economiche sono stati: fatturato superiore a 4,7 milioni di euro e utile positivo nel 2023, redditività media (ebitda) oltre il 6% nel periodo 2021-2023, equilibrio finanziario con rapporto pfn/ebitda inferiore a 6. I dirigenti che si sono succeduti sul palco, soprattutto PMI dell’elettro-meccanica e dell’elettronica, hanno fatto il punto su come è andato il 2024. Tra le diverse testimonianze è spiccata quella di Andrea Lanaro, direttore di Alca Technology, che ha raccontato come per l’azienda specializzata in impianti per la ricerca scientifica il mercato dell’aerospazio sia cresciuto in soli tre anni fino a rappresentare il 50% del fatturato, che ha superato i 7 milioni di euro grazie a commesse per progetti finanziati dal PNRR e a clienti quali l’Agenzia Spaziale Italiana e il Cern di Ginevra.
Crescita confermata anche per Fas International nel campo dei distributori automatici, per Tecno Pack che con le sue macchine confezionatrici per l’industria alimentare e farmaceutica nel 2024 ha incamerato un portafoglio ordini record di 121 milioni di euro, per Alpac nel settore dell’edilizia per l’efficienza energetica degli edifici, per Samec Elettronica nella produzione di schede con diversi ambiti di applicazione. Più in generale, quasi tutti gli interventi hanno espresso cauto ottimismo per l’immediato futuro. Ma niente previsioni, neanche nel breve termine, perché troppi sono i fattori in evoluzione nei mercati e nelle politiche pubbliche nazionali, europee e internazionali. Dal caro energia ai dazi nel commercio internazionale, dalle guerre alla transizione green, dal rilancio della manifattura europea con la Germania in crisi alla concorrenza industriale asiatica, dalle difficoltà strutturali di automotive, elettrodomestico e tessile-abbigliamento all’impatto delle politiche monetarie su inflazione e costo del denaro. Molti imprenditori e manager si sono in ogni caso detti determinati ad andare avanti con gli investimenti in programma. Di prodotto, di processo, tecnologici, commerciali. E, in alcuni casi, anche con investimenti per acquisire altre aziende o aprire nuove sedi. Soprattutto all’estero, perché in diversi mercati, come per esempio quello nordamericano, è sempre più importante internazionalizzarsi sviluppando una presenza in loco. Senza dimenticare gli investimenti sul personale, visto che strategie e piani di business non vanno da nessuna parte se poi mancano persone preparate e motivate all’interno delle organizzazioni aziendali. Un punto, quest’ultimo, su cui numerosi partecipanti hanno però detto di avere notevoli difficoltà a trovare candidati da assumere con profili consoni alle loro esigenze. Far incontrare domanda e offerta di lavoro è infatti una criticità trasversale a tutti i settori industriali in Italia, ed il problema è sempre più accentuato a causa del progressivo invecchiamento demografico. Anche solo gestire il ricambio generazione rispetto ai dipendenti che sono andati o che andranno in pensione nei prossimi anni è una questione spesso problematica. Schio e dintorni, come ben sa chi dirige le aziende locali, non fanno eccezione.
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