Un’innovazione medica che potrebbe cambiare la vita di molti pazienti con ictus è stata recentemente introdotta all’ospedale di Santorso. Immaginate una paziente di 80 anni, residente nell’Alto Vicentino, che per la prima volta ha sperimentato una procedura salvavita direttamente in sala Tac. Questo evento segna un passo avanti significativo per l’Ulss 7 Pedemontana, che ha applicato una metodica all’avanguardia per il trattamento dell’ictus.
La trombolisi è un trattamento terapeutico che consiste nella somministrazione per via endovenosa di un farmaco trombolitico, capace di sciogliere il coagulo di sangue che causa l’ictus. Tradizionalmente, questa procedura viene eseguita nella Stroke Unit o in Pronto Soccorso. Tuttavia, la nuova metodica implementata a Santorso permette di eseguire la trombolisi direttamente in sala Tac, riducendo drasticamente i tempi di intervento, cruciali per il successo del trattamento. “Invece della sua esecuzione nelle unità tradizionali, l’effettuazione della trombolisi direttamente in sala Tac costituisce un’innovazione importante”, spiega Roberto Bombardi, direttore della Neurologia dell’ospedale Alto Vicentino. “Ci consente di abbattere i tempi di intervento, fondamentali per una procedura in cui l’esito è fortemente tempo-dipendente.” Infatti, intervenire entro 90 minuti dai primi sintomi dell’ictus aumenta significativamente le probabilità di un recupero senza conseguenze a lungo termine.
Questo cambiamento richiede una revisione dell’organizzazione interna e una stretta collaborazione tra i reparti. Quando un paziente con sospetto ictus è in arrivo, vengono immediatamente allertati la Neurologia, la Radiologia e un infermiere specializzato nella trombolisi. L’équipe si riunisce direttamente in sala Tac, dove tutta l’attrezzatura necessaria è pronta: monitor portatile con ECG, misuratore della pressione, saturimetro, monitoraggio della glicemia, cateteri e i farmaci trombolitici. Appena confermata la diagnosi tramite Tac, si procede immediatamente con l’infusione del farmaco.  Grazie a questa innovazione, la paziente di 80 anni è stata trattata con estrema tempestività e non ha riportato conseguenze dall’ictus. “Questa innovazione ci entusiasma,” continua Bombardi, “perché spesso ci sentiamo impotenti di fronte all’ictus, una patologia imprevedibile in cui l’efficacia dell’intervento dipende dalla tempestività con cui si agisce.” La nuova metodica, anche se ancora sperimentale e attiva solo in alcune fasce orarie, rappresenta un grande passo avanti.  “Siamo felici per la paziente,” commenta Carlo Bramezza, direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana. “L’introduzione di questo modello organizzativo è un’ulteriore dimostrazione dei grandi benefici che si possono raggiungere lavorando in squadra. Questo miglioramento della capacità di presa in carico può avere conseguenze decisive per i pazienti.” Con questa procedura all’avanguardia, l’ospedale di Santorso si pone come pioniere nel trattamento rapido ed efficace dell’ictus, offrendo nuove speranze ai pazienti e alle loro famiglie.

 

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